Darimar's Zone: sito divulgativo dedicato alla Zona di esclusione, all'incidente nucleare di Chernobyl e al videogioco S.T.A.L.K.E.R.

mercoledì 26 ottobre 2011

S.T.A.L.K.E.R. 2: Stalkerworld.ru fa il punto della situazione

In un recente articolo pubblicato proprio ieri, il sito russo Stalkerworld.ru ha tirato un bilancio su S.T.A.L.K.E.R. 2 alla luce delle informazioni fino a oggi rilasciate da GSC Game World.
L'articolo riprende tutta la serie di notizie che abbiamo raccolto nel corso dei mesi e che, ormai, ben conosciamo ma include anche alcuni dettagli di cui si è parlato poco o nulla al di fuori dei confini dell'Est europeo.
Ad esempio, sembra che il nuovo motore grafico includerà animazioni realizzate col motion capture e una fisica basata sul motore Havok (già impiegato in titoli come Half Life 2 e Fallout 3). Le prime immagini relative a S.T.A.L.K.E.R. 2 saranno rilasciate solo con l'inizio della campagna pubblicitaria vera e propria, la quale, a sua volta, comincerà "qualche mese" prima del rilascio. A oggi, pare che lo sviluppo del videogioco abbia superato il 50%.
Per quanto riguarda il gameplay, probabilmente non saranno presenti veicoli guidabili ma alcune missioni avranno a che fare col pilotare aerei o, comunque, col viaggiarci sopra. Grazie all'implementazione della fisica, ci saranno oggetti distruttibili. Ci saranno personaggi non giocanti che parlano in Surzhik (una combinazione di lingua russa e ucraina).
La trama del gioco sarà non lineare e direttamente collegata con la precedente trilogia. Sembra confermato il 2015 come anno di ambientazione del primo episodio di S.T.A.L.K.E.R. 2. La mappona di gioco includerà nuove locazioni ma anche altre già viste.
Tutto qui: "poco" è sempre meglio di "niente"!

mercoledì 12 ottobre 2011

S.T.A.L.K.E.R. 2: nessuna novità degna di nota fino al 2012?

La notizia è ufficiale, nel senso che è stata diffusa sulla pagina ufficiale di Faccialibro dedicata a S.T.A.L.K.E.R. dal responsabile della pagina stessa, ma ufficiosa, nel senso che non ci sono conferme da parte di GSC come softwarehouse.
Alla domanda di un utente ("Can we expect some kind of significant news about stalker 2 before the end of this year?" - "Possiamo aspettarci qualche genere di novità significativa circa S.T.A.L.K.E.R. 2 prima della fine di quest'anno?"), la risposta dell'account "Official S.T.A.L.K.E.R." è stata piuttosto eloquente ("Probably not I am afriad. We are only launching the S2 campaign next year" - "Probabilmente no, mi spiace. Ci stiamo preoccupando di lanciare la campagna per S.T.A.L.K.E.R. 2 il prossimo anno").
Chi, nelle prossime settimane, sperava in qualche notizia interessante rischia quindi di rimanere deluso. Peraltro, considerata anche la totale assenza di qualsiasi genere di materiale multimediale ufficiale relativo a S.T.A.L.K.E.R. 2 c'è da chiedersi se, effettivamente, il videogioco sarà rilasciato entro la fine del 2012. I dubbi cominciano a divenire leciti.

Ci consoliamo con un'altra affermazione in stile domanda/risposta comparsa poco prima, sempre su Facebook, sempre sulla pagina ufficiale di S.T.A.L.K.E.R., sempre da parte del resposabile GSC della stessa:

  • Can you tell us will S.T.A.L.K.E.R. 2 have "free play" after finishing story? - Potete dirci se S.T.A.L.K.E.R. 2 avrà il "Freeplay" dopo aver finito la storyline?
  • It's safe to assume that if CoP had it, S2 will have it as well - E' sicuro presumere che, se CoP ce l'ha, allora S.T.A.L.K.E.R. 2 lo avrà a sua volta.

domenica 9 ottobre 2011

S.T.A.L.K.E.R. 2 e DRM: allarme a scoppio ritardato!

Lo scorso luglio in una delle varie interviste che lo hanno coinvolto, il divino Sergei Grigorovich, capoccia di GSC Game World, ha affermato che S.T.AL.K.E.R. 2 avrebbe utilizzato un DRM tale da rendere necessaria una connessione permanente a Internet per poter giocare anche in singleplayer. La notizia era stata pubblicata in vari siti, oltre che sul nostro blog, soprattutto est-europei e recepita già ad agosto su alcuni forum italiani.
La reazione della community occidentale ha comunque stentato un po' a farsi sentire - la notizia ha avuto una massiccia diffusione solo nel corso di questa settimana - ma è stata così forte da indurre GSC a pubblicare, sulla propria pagina di Twitter, una sorta di rassicurazione, sostenendo che il DRM sia stato menzionato solo come una "possibile soluzione", non come una "scelta compiuta": GSC sta ancora cercando un modo (per combattere la pirateria...) che sia accettabile sia per la software-house, sia per la community di appassionati che vorranno acquistare il videogioco.
Vedremo come si svilupperà la faccenda: nel peggiore dei casi, a essere penalizzato sarà il Giocatore onesto, che acquisterà regolarmente il prodotto, ma privo di una connessione Internet adeguata alle esigenze del DRM in questione. Nel migliore dei casi, GSC si renderà conto che non sarà un DRM di questo tipo a sconfiggere la pirateria.

sabato 8 ottobre 2011

Ucraina: impianto di stoccaggio scorie nucleari a Chernobyl

L’Ucraina ha lanciato, mercoledì, la costruzione di un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti nucleari ed industriali nella zona contaminata attorno all’impianto nucleare di Chernobyl, sito del più grave incidente atomico degli ultimi 25 anni.

L’avvio dell’impianto è previsto per i primi mesi del 2013 e sarà l’unico di questo tipo per l’Ucraina. Secondo il portavoce della centrale nucleare di Chernobyl, Maya Rudenko, ospiterà gran parte delle scorie nucleari che attualmente sono stoccate in centri “mal attrezzati”.
“Non verrà utilizzato solo per il materiale da centrali nucleari, ma per i rifiuti da strutture sanitarie ed industrali”, ha detto Rudenko.
L’impianto avrà una capacità di 400.000 capsule contenitive per uno stoccaggio garantito di 50 anni.
“Il progetto permetterà di mettere sotto lo stesso tetto tutte le scorie, fonti industriali di radiazioni, assicurando il nostro ambiente”, dice Volodymyr Holosha, funzionario responsabile della “zona di esclusione” intorno alla centrale di Chernobyl.
“Il sito non sarà una minaccia per l’ambiente, il modo in cui questo tipo rifiuti è attualmente conservato è molto pericoloso”, ha detto Rudenko.
La costruzione dell’impianto ha un costo stimato di oltre 11 milioni di euro (14.6 milioni di dollari), provenienti da finanziamenti britannici (12 milioni di dollari) e da quelli della Commissione Europea (2.6 milioni di dollari).

Fonte: Progetto Humus, 6 ottobre 2011

mercoledì 5 ottobre 2011

Incerto il futuro degli studi sugli effetti sulla salute di Chernobyl

La Commissione Europea molto probabilmente non finanzierà più gli studi sulle persone colpite dal fallout-radioattivo.

Quanto è pericolosa la radioattività per gli esseri umani? Per coloro che sono stati esposti al fallout del disastro della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, la questione è fin troppo reale. Non c’è però nessuna buona risposta: l’incidente ha messo in evidenzia le enormi difficoltà nello stimare il rischio a lungo termine sulla salute di dosi relativamente basse di radiazioni.
Un gruppo di prestigiosi ricercatori europei aveva sperato che un nuovo ciclo di studi su persone esposte alle radiazioni dopo il disastro nucleare di Chernobyl, potesse finalmente iniziare a contribuire a colmare questa lacuna scientifica. Ora le loro volontà e proposte è molto probabile che non potranno avere un seguito.
L’incidenza di Chernobyl nella vita umana è stata una delle componenti principali dell’"Agenda for Research on Chernobyl Health (ARCH)", progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, incaricato dalla Commissione Europea, lo scorso anno, di fornire una consulenza sulle future esigenze della ricerca. Lo studio avrebbe avuto il compito di tracciare un profilo sanitario "a vita" di più di mezzo milione di “liquidatori”, coloro che ripulirono la zona attorno a Chernobyl e quello della popolazione della regione, quelli che allora erano bambini.
Il potenziale dello studio sarebbe in grado di offrire un’analisi di dieci volte superiore il numero di persone testate dopo le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, che rimane ancora il “gold standard” per gli studi sugli effetti delle radiazioni su una popolazione.
“Questo studio basato sulla “durata della vita” non è mai stato indetto per Chernobyl.. questa era probabilmente l’ultima opportunità. Ma se ARCH non sarà supportato, probabilmente mai ci sarà”, sottolinea un membro dell’ARCH, Dillwyn Williams, un ricercatore sul cancro presso il laboratorio di ricerca Strangeways a Cambridge.
La ricerca promette di studiare gli effetti a lungo termine sulla salute – inclusi tumori ed altre patologie – di un incidente nucleare. A differenza dei sopravvissuti delle bombe atomiche in Giappone, le vittime di Chernobyl sono state esposte ad una vasta gamma di dosi di radiazioni per un lungo periodo di tempo, che li rende molto più rilevanti per studiare gli effeti dell’incidente di Fukushima e che possano perfezionare i livelli di protezione degli operatori del settore dalla radioattività.

Il MELODI
“L’impostazione dello studio costerebbe circa 1 milione di Euro, con costi annuali d’esercizio di un ordine simile. Molti dei registi che riguardano le informazioni sui testers sono già presenti in Ucraina, Russia, Bielorussia e Paesi Baltici… hanno solo bisogno di essere adeguatamente analizzati”, afferma Keith Bavevno, radiologista presso l'Università di Kuopio in Finlandia e membro dell’ARCH.
“Questo però richiederebbe livelli di finanziamenti a lungo termine che potrebbero essere forniti solo dalla Commissione Europea”, dice Williams, un altro membro ARCH.
La Commissione, tuttavia, sembra non favorire questo approccio. In risposta ad una richiesta di un parlamentare europeo, Mairè Geoghegan-Quinn, commissario di ricerca dell’UE, ha scritto, il 5 settembre scorso, che la proposta dell’ARCH era fuori dal mandato dell’Euratom, agenzia europea per i programmi nucleari. Secondo la stessa l’argomento “approfondimento e comprensione dell’interazione della radiazione con i tessuti”, sarebbe stato affrontato sotto una nuova piattaforma europea: la Multidisciplinary European Low Dose Risk Research Initiative (MELODI).
Guidata da 15 centri di ricerca nucleare e da agenzie nucleari nazionali di protezione dalle radiazioni, MELODI mira a coordinare e a finanziare i programmi di ricerca in tutto il continente per studiare gli effetti delle radiazioni da fonti ambientali, medici o altre fonti.
Ma alcuni scienziati, tra cui Baveno, dicono che tutto ciò potrebbe effettivamente uccidere la proposta ARCH.
“MELODI non è organizzata in modo tale da poter creare e fornire sostegno a lungo termine per gli studi sulle vittime e sulle tipologie di cui abbiamo bisogno”, afferma Williams.
L’obiettivo principale di MELODI è quello di studiare i meccanismi dei danni delle radiazioni e prevede di fare poco per raccogliere i dati finalizzati ad ottenere un quadro su eventuali effetti per la salute a seguito di un vero incidente nucleare. Molti esperti affermano che invece, oltre ad un approccio “meccanicistico” è necessario anche uno di tipo “epidemiologico” per la comprensione delle implicazioni relative all’esposizione alle radiazioni.

Dosi incerte
La strategia MELODI è una tranche del progetto Low Dose Research towards Multidisciplinary Integration (DoReMi), istiuito lo scorso anno. La maggior parte dei suoi 13 milioni di Euro di finanziamento, verranno impiegati per la ricerca e le infrastrutture che getteranno le basi di MELODI.
Sisko Salomaa, co-fondatore di MELODI, coordinatore del DoReMi, direttore del Finnish Radiation and Nuclear Safety Authority, afferma che MELODI ed ARCH sono progetti molto diversi e che sarebbe stato difficile accomodare nel primo lo studio della “vita a Chernobyl”.
“La responsabilità per eventuali e ulteriori studi sulle vittime di Chernobyl, dovrebbe in primo luogo incombere sugli stati interessati ed ogni coinvolgimento europeo dovrebbe essere oggetto di discussione. Le incertezze sulle dosi di radioattività a cui la popolazione di Chernobyl è stata esposta, può comunque indebolire il valore di tali studi”.
Secondo la Commissione Europea, alcuni aspetti proposti da ARCH andranno avanti come parte di altri due progetti chiamati PROCARDIO e CEREBRAD. Questi valuteranno il rischio di disturbi cardiaci, vascolari e celebrali dall’esposizione a basse dosi di radiazioni. MELODI valuterà comunque le proposte di ARCH nel corso del suo prossimo workshop a Roma, nel mese di novembre.
Williams, invece, è fermamente convinto che lo studio sulle vittime di Chernobyl dovrebbe procedere con un flusso di finanziamenti dedicato. Riferendosi al costo per creare un nuovo confinamento sicuro per i resti altamente radioattivi del disastro di Chernobyl (Progetto New Shelter Confinement), egli sostiene che “se la Commissione può trovare mezzo miliardo di euro per mettere un tetto sul reattore, penso che dovrebbe essere in grado di trovare i soldi per i finanziamenti a lungo termine per studiare gli effetti dell’incidente”.

Fonte: Progetto Humus, 3 ottobre 2011

martedì 4 ottobre 2011

S.T.A.L.K.E.R. - Calendario di ottobre

Calendario mensile. Quello che sembrerebbe essere uno scorcio di Pripyat.




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