Darimar's Zone: sito divulgativo dedicato alla Zona di esclusione, all'incidente nucleare di Chernobyl e al videogioco S.T.A.L.K.E.R.

giovedì 29 marzo 2012

Ad aprile, grosse novità su S.T.A.L.K.E.R. 2 (forse...)

Abbiamo imparato a nostre spese che non sempre vale la pena affidarsi alle "promesse" di GSC (o chi per essa, ormai) quando si parla di "prossime notizie" riguardanti l'azienda, i suoi progetti o la situazione contingente. Ciononostante, sono diversi giorni che circolano voci - le fonti più accreditate rimangono i fansite dell'Europa orientale -  secondo cui, ad aprile 2012, saranno finalmente comunicate notizie "ufficiali" circa S.T.A.L.K.E.R. 2 e, forse, altri ambiti relativi al brand.
Il 25 marzo scorso, Oleg Yavorsky, in una breve intervista rilasciata allo staff di Stalker-Zone.info, avrebbe dichiarato che GSC, nel mese di aprile, rilascerà alcune notizie ufficiali su S.T.A.L.K.E.R. 2. E' una notizia-flash che ho riportato subito in Home page ma mi ci è voluta la dichiarazione di  GSC-Fan di oggi per fare 2+2 e ipotizzare realisticamente che, ad aprile, effettivamente ci sarà qualche notizia succulenta.
GSC-Fan informa infatti che, il giorno 01/04/2012 (per la serie: se "qualcuno" la farà fuori dal vaso, ecco pronta la scusa del "pesce d'aprile"...), Alex Sytyanov, senior game designer per S.T.A.L.K.E.R. 2, rilascerà un'intervista esclusiva per la rivista "Spire", la quale sarà poi riproposta il 7 aprile sullo spazio Youtube del canale PlayUA.
A questo punto, vale la pena tenere occhi e orecchie aperti a partire dal 1 aprile: speriamo in qualcosa di concreto e ben definito, che possa fornirci argomenti su cui c@zzeggiare in attesa di ulteriori sviluppi del progetto "S.T.A.L.K.E.R. 2"!

venerdì 23 marzo 2012

E sono 5 anni...

Il 23 marzo 2007 veniva rilasciato in Europa S.T.A.L.K.E.R. - Shadow of Chernobyl! Per festeggiare insieme, ripropongo qui l'introduzione pubblicata sulla pagina di D.Z., con l'aggiunta di un video d'atmosfera - in fondo all'articolo - diffuso attraverso alcuni siti dell'est-Europa.

Quello che ha visto S.T.A.L.K.E.R. venire alla luce è stato un parto lungo e travagliato, i cui inizi risalgono addirittura alla fine del 2001/inizio del 2002: su carta, il gioco sarebbe dovuto arrivare sugli scaffali dei negozi nel corso del 2004, sebbene fosse già inizialmente atteso per la fine del 2003, e avrebbe dovuto chiamarsi "Oblivion Lost", nome che è stato poi sostituito con Shadow of Chernobyl per evitare problemi di copyright con l'"Oblivion" di Bethesda, uscito nel 2006.
Tralasciando per un istante le motivazioni che hanno causato questo notevole ritardo, vale la pena soffermarsi a considerare come lo sviluppo del gioco avesse previsto inizialmente una grafica basata solo sulle librerie grafiche DirectX (DX) 8 laddove oggi possiamo goderci, hardware permettendo, i gradevolissimi effetti dell'illuminazione dinamica offerti dalle DX 9, ulteriormente migliorati e affiancati dalle DX 10, nel prequel Clear Sky, e addirittura dalle DX 11 nel sequel Call of Pripyat.
Il clamoroso ritardo nel completamento del capitolo originale è imputabile, almeno in parte, proprio al lavoro svolto sul motore grafico X-Ray, finalizzato a non restare indietro rispetto ad altri FPS concorrenti. Il risultato, con i dovuti distinguo, fu e rimane soddisfacente ma 3 anni sono 3 anni e, se S.T.A.L.K.E.R. ha inizialmente rappresentato qualcosa di fortemente innovativo e tecnicamente ai massimi livelli (parlo non solo di grafica ma anche di longevità, I.A., dimensioni dell'area esplorabile e, più in generale, di gameplay), al momento della sua uscita sul mercato si è ritrovato oggettivamente penalizzato rispetto alle potenzialità che avrebbe potuto esprimere.
Queste considerazioni si rafforzano notando l'abbondanza di contenuti "tagliati" dagli sviluppatori nel primo capitolo, Shadow of Chernobyl, al fine di non restare ulteriormente indietro, ma previsti inizialmente: parlo di veicoli guidabili, di alcune armi, di alcuni mostri, di alcune missioni, di alcune aree esplorabili, eccetera. Grazie al Cielo S.T.A.L.K.E.R. si è rivelato un gioco altamente "moddabile" e la Community ha saputo ampliarne, ottimizzarne e bilanciarne i contenuti, conferendo al brand una longevità assolutamente degna di nota.
Da marzo 2007 sono trascorsi cinque anni, due espansioni e oltre 4 milioni di copie vendute nel mondo per l'intera saga, segno che, in ogni caso, il brand ha riscosso un effettivo successo. Al di là dei contenuti ludici, infatti, una larga fetta della Community ha apprezzato S.T.A.L.K.E.R. anche per i suoi contenuti storici e divulgativi: spero di non risultare retorico considerando questo aspetto... ma un'esperienza videoludica - qualcosa che, in prima analisi, serve a passare il tempo, a distrarsi e a divertirsi - che, attraverso una storia, riesce a esprimere un'idea e a spingere l'utente ad accrescere il proprio bagaglio culturale documentandosi sulle vicende narrate nel gioco stesso, merita a mio avviso un plauso senza riserve. Sotto questo punto di vista, il videogioco diventa un media di massa, uno strumento per divulgare un messaggio e l'utente non deve compiere alcuno sforzo per "leggerlo" o "ascoltarlo" se non giocare il prodotto per come è stato concepito. Io avevo 10 anni nel 1986 e, come ho candidamente ammesso nell'Home page di D.Z., non mi sono mai interessato più di tanto alla tragedia di Chernobyl... ma dopo aver giocato a S.T.A.L.K.E.R. - anzi, man mano che ci giocavo, fin dalle prime ore - ho sentito l'esigenza di reperire informazioni sulle ambientazioni (la "Foresta rossa", Pripyat, la Centrale nucleare, il reattore n°4 e non solo...) e sulla reale vicenda che le ha coinvolte. Come me, migliaia di altri Giocatori in tutto il mondo!
Già questo, a mio avviso, dovrebbe conferire a S.T.A.L.K.E.R. una valenza "storico-sociale", oltre che meramente "videoludica": S.T.A.L.K.E.R. si è imposto come un vero e proprio media attraverso cui ricordare gli eventi del 1986, un gioco che aiuta a non dimenticare e che può addirittura aiutare a migliorare la percezione e la conoscenza che abbiamo della nostra storia.
Tanti auguri, S.T.A.L.K.E.R., e tanti anni ancora di longevità!

giovedì 22 marzo 2012

Confronto tra gli incidenti di Chernobyl e Fukushima-Daiichi

La scala internazionale di valutazione degli incidenti nucleari e radiologici INES (International Nuclear Event Scale INES) classifica avvenimenti rilevanti per la sicurezza negli impianti nucleari su una scala da 1 a 7. L’incidente di Chernobyl del 26 aprile 1986 è stato a lungo l’unico attribuito al livello più elevato 7.
Anche l’incidente nella centrale nucleare Fukushima-Daiichi dell’11 marzo 2011 è stato attribuito al livello INES 7 dalle autorità competenti. Si impone quindi un confronto tra i due avvenimenti per quel concerne la causa e le conseguenze.
Infatti è sempre stato sottolineato, anche dall’ENSI, che nei due reattori di costruzione occidentale, utilizzati anche a Fukushima, un incidente come a Chernobyl non è possibile.

Una differenza sostanziale dei due incidenti è il tipo di costruzione dei reattori. Il reattore di Chernobyl era costruito in modo tale che in determinate circostanze si potesse verificare una reazione a catena incontrollata. Ed è proprio quello che successe il 26 aprile 1986 nel corso di un test: nell’arco di qualche secondo il reattore superò di diverse centinaia di volte la potenza massima prevista. L’acqua del circuito di raffreddamento e altro materiale evaporò di colpo provocando un’esplosione, che distrusse il reattore e l’edificio del reattore. A questo si aggiunse il fatto che, a causa della costruzione, il reattore conteneva grandi quantitativi di grafite che si incendiarono. In questo tipo di reattore la grafite ha la funzione di moderatore di neutroni necessario per mantenere la reazione a catena. L’incendio della grafite durò diversi giorni, il calore sprigionatosi trasportò nell’atmosfera notevoli quantità di radioattività fuoriuscita, provocando una diffusione molto estesa delle sostanze radioattive.

A Fukushima-Daiichi, invece, con i 6 blocchi di reattori ad acqua leggera, al momento del forte terremoto dell’11 marzo 2011 tutti e tre i reattori in funzione (l’1, il 2 e il 3) vennero spenti inserendo le barre di controllo. I noccioli dei reattori costituiti da elementi di combustibile nucleare all’uranio continuarono tuttavia a sviluppare il cosiddetto calore di decadimento, che diminuisce progressivamente, ma che all’inizio può raggiungere quasi il dieci per cento della potenza massima del reattore. Il sistema d’alimentazione esterna di corrente elettrica era stato distrutto dal sisma ed i generatori diesel d’emergenza a disposizione per queste evenienze hanno funzionato soltanto per un’ora, dopo di che lo tsunami li mise fuori servizio. Rimasero a disposizione soltanto sistemi ausiliari a batteria, che erano però in grado di assicurare alla meno peggio il raffreddamento dei reattori soltanto per qualche ora o al massimo una giornata. Con pompe mobili si è cercato di immettere acqua nei reattori, però con un successo solo tardivo o all’inizio soltanto parziale. Gradualmente i reattori da 1 a 3 continuarono a scaldarsi, l’acqua rimasta nei reattori incominciò a evaporare e alla fine i noccioli dei reattori non erano più coperti dall’acqua, per lo meno nella parte più alta. L’ulteriore surriscaldamento provocò dei danni al nocciolo e probabilmente anche la fusione parziale dei noccioli dei reattori. L’acqua evaporata, ma anche l’idrogeno creatosi in seguito alle reazioni chimiche del nocciolo surriscaldato, hanno fatto salire fortemente la pressione nei reattori. Per evitare che i contenitori a pressione e quelli di sicurezza scoppiassero, attraverso delle valvole si è lasciata fuoriuscire la pressione. Di conseguenza, gas contenente idrogeno pervenne nelle zone esterne degli edifici del reattore. Le zone superiori degli edifici del reattore dei blocchi 1 e 3 vennero distrutte da esplosioni di idrogeno. Si deve poi presumere che siano danneggiati i contenitori di sicurezza intorno al reattore del blocco 2 ed eventualmente anche del blocco 3.

Nei bacini nella parte alta dalle sei costruzioni dei reattori erano stati stoccati degli elementi di combustibili prelevati dai reattori. Anche i bacini di deposito per elementi di combustibile si scaldano senza raffreddamento continuo nell’arco di giorni o di settimane, a seconda del carico, a un livello tale che l’acqua evapora e gli elementi di combustibile rimangono scoperti. Prima che si potesse ottenere un raffreddamento sufficiente con l’apporto esterno di acqua ricorrendo a pompe mobili, al bacino completamente carico del blocco 4 si ebbe un surriscaldamento, con la formazione di idrogeno seguita quindi da un’esplosione che distrusse a sua volta la parte superiore dell’edificio del reattore.

Nel caso di Chernobyl, molto rapidamente dopo l’inizio dell’incidente fuoriuscì una quantità notevole di radioattività. In questo modo non si poté organizzare un’evacuazione tempestiva e non solo il personale della centrale sul posto, ma anche la popolazione delle zone circostanti venne esposta a forti dosi di radiazioni. Nei giorni e nelle settimane successive si evacuarono inizialmente poco più di 100’000 persone in un raggio di 30 km dalla centrale, negli anni seguenti altre 200’000. La nuvola radioattiva trasportata in seguito all’esplosione e all’incendio in alta quota contaminò in misura diversa parte dell’Ucraina, della Bielorussia e della Russia e anche estese regioni europee. Per far fronte all’incidente, in particolare per evitare ulteriori emissioni di radioattività racchiudendo il reattore dell’incidente in un cosiddetto sarcofago, si fecero intervenire centinaia di migliaia di lavoratori (“liquidatori”). Soprattutto le persone intervenute immediatamente dopo l’incidente ricevettero dosi di radiazioni in parte estremamente elevate.

Secondo una stima delle autorità giapponesi la radioattività emessa sino a oggi al sito di Fukushima è un decimo di quella di Chernobyl. A Fukushima la radioattività si diffuse più debolmente tramite l’atmosfera, per cui tendenzialmente la contaminazione si concentrò di più nelle regioni circostanti. Grazie a dei venti prevalentemente occidentali una grande parte della radioattività venne trasportata sul Pacifico, e inoltre acqua di raffreddamento estremamente radioattiva si riversò in mare. Poiché soltanto dopo alcuni giorni si ebbero emissioni importanti di radioattività, in un raggio di 20 km dall’impianto è stato possibile evacuare tempestivamente la popolazione, da 70’000 a 80’000 persone circa. In un secondo tempo l’evacuazione venne estesa a singole zone fortemente contaminate al di fuori di quest’area. Le forze d’intervento necessarie a Fukushima per far fronte all’incidente sono state notevolmente inferiori per numero a quelle di Chernobyl. Secondo quanto dichiarato dalle autorità giapponesi, dei 300 lavoratori chiamati a intervenire a Fukushima-Daiichi, 28 hanno ricevuto una dose di 100 Millisievert; nessun lavoratore ha quindi fino a ora raggiunto il valore limite di 250 Millisievert fissato dalle autorità per i casi d’emergenza.

Nel caso di Fukushima, attualmente è ancora difficile valutare le conseguenze a medio e a lungo termine per l’uomo e l’ambiente. Globalmente si può però presumere che le conseguenze radiologiche dell’incidente di Fukushima siano notevolmente meno gravi di quelle di Chernobyl. Intorno a Chernobyl è stato vietato l’accesso a una zona di 4000 chilometri quadrati che fino ad ora non ha potuto essere utilizzata. Questa situazione si protrarrà ancora a lungo. Attualmente non si può ancora dire per quanto tempo rimarrà chiusa la zona vietata in un raggio di 20 chilometri dal sito di Fukushima-Daiichi. A parte le conseguenze radiologiche, non va dimenticato un ulteriore importante fattore: le conseguenze psichiche della paura delle radiazioni e dello sradicamento delle persone evacuate.


Fonte: ensi.ch

mercoledì 7 marzo 2012

Chernobyl contamina altri 2400 paesi, Bielorussa pronta a centrale nucleare

GROSSETO - In Bielorussia pronta una nuova centrale nucleare. Legambiente: “Il disastro di Chernobyl continua a fare vittime. Nel 2011 ancora 2.400 paesi contaminati”. Dalla centrale continuano a uscire polveri radiattive e il nuovo sarcofago rischia di non essere fatto per mancanza di fondi.
Continua il Progetto Rugiada per i bambini di Chernobyl. A pochi giorni dall'anniversario del gravissimo disastro di Fukushima, Legambiente sottolinea con forza la grave situazione presente nelle aree contaminate dalla tragedia di Chernobyl. Da un dossier dell'associazione ambientalista i paesi e i villaggi contaminati nel 2011 risultano essere circa 2.400 (2.370 dei quali abitati da 1.140.000 abitanti, tra cui 220.000 bambini). L'ambulatorio mobile (progetto realizzato da Legambiente) ha esaminato complessivamente 28.462 pazienti, dal 2007 al 2011, riscontrando varie patologie tra le quali iperplasia e calcinosi, ed evidenziando come gli effetti delle radiazioni continuino a minare il sistema immunitario delle popolazioni contaminate e a far crescere le patologie in special modo quelle tumorali. Nonostante tutto la Bielorussia ha stipulato un accordo con la Russia per la costruzione di una nuova centrale nucleare, a nord del paese e precisamente nella provincia di Ostrovets al confine con la Lituania, come se il disastro avvenuto a Chernobyl non fosse già abbastanza.
“La situazione in Bielorussia dopo la tragedia di Chernobyl – spiega Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Legambiente Solidarietà - continua a essere sempre più grave. Ancora oggi, infatti, nonostante sia calato inesorabilmente l'interesse e il sostegno della comunità internazionale nei confronti delle vittime della catastrofe di Chernobyl, circa 7 milioni di persone vivono in zone contaminate della Bielorussia, Russia e Ucraina, e sono costrette a nutrirsi con cibo fortemente radiattivo, e a pagarne le conseguenze è soprattutto la popolazione infantile. Legambiente continua a tal proposito a realizzare il Progetto Rugiada che, nato nel 1994 per dare un aiuto ai bambini colpiti dalle radiazioni, rappresenta oggi un sostegno concreto che permette a tantissimi bambini di essere monitorati dal punto di vista medico e curati in un centro specializzato e sostenibile in Bielorussia. Per tutto il periodo dell'accoglienza viene fornito loro cibo sano e non contaminato dalle radiazioni”.
C'è poi un altro grande problema irrisolto: la centrale atomica presente in Ucraina, è coperta da un sarcofago fatto costruire nel giugno del 1986. Un lavoro faraonico di 300.000 tonnellate di calcestruzzo e 1.000 di strutture metalliche, che contiene ancora oggi al suo interno circa 200 tonnellate di materiale radiattivo. Ma dal sarcofago fuoriescono polveri radiattive dalle fessurazioni causate dall’usura delle strutture di contenimento, e il rischio di un collasso della struttura è molto elevato. I lavori per la realizzazione di un nuovo sarcofago, denominato l'arco sono cominciati, ma nonostante l'Ucraina abbia annunciato la fine dei lavori per il 2015 la preoccupazione è che il progetto s'interrompa per mancanza di fondi da parte dei paesi donatori: uno dei principali era infatti il Giappone che dopo la tragedia di Fukushima è in grande difficoltà. I tempi previsti per l'intera bonifica, così come riportato dall'agenzia Tass, richiederanno 100 anni.

Fonte: Cinquew.it, 7 marzo 2012

domenica 4 marzo 2012

Ora Misery parla italiano!

Ecco fatto! Finalmente, dopo tanta attesa, è disponibile la patch italiana per Misery.
Il pacchetto include la traduzione dall'inglese all'italiano sia di tutte le nuove strighe di testo introdotte dal team del MISERY MOD, sia di quelle modificate del vanilla di Call of Pripyat.
Nel Menu principale del MISERY MOD è stata creata e introdotta una bandiera italiana sullo sfondo (trovate l'immagine qui sulla sinistra), ben adattata all'ambiente circostante, e inserita la scritta di riconoscimento del TEAM di localizzatori italiana sotto lo sfondo del menu principale.
E' stata anche integrata la "Darimar's Zone Traduzione ITA migliorata versione 1.1" per Call of Pripyat vanilla, che revisiona alcune stringhe di testo nella nostra lingua correggendo una serie di errori grossolani, di sintassi, grammaticali, di contesto e sincronizza i sottotitoli che accompagnano la voce narrante (in russo nella versione del MISERY MOD) nelle schermate introduttive.
Nella pagina che ho dedicato al Misery su D.Z. troverete la guida all'installazione e alla segnalazione di eventuali errori/omissioni per contribuire a migliorare la traduzione.
Buona caccia, stalker!