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mercoledì 10 marzo 2010

Zichichi: "Ritorno al nucleare passo fondamentale per l’Italia"

Centrali nucleari per liberarsi dalla schiavitù energetica. E’ l’appello del professor Antonino Zichichi, oggi a Savona per un incontro presso la sala convegni dell’Unione Industriali. In quattro anni si potrebbero costruire centrali e ne basterebbero una decina per soddisfare il fabbisogno nazionale, a patto di una "politica forte".
Realizzare le centrali nucleari in Italia, ha detto Zichichi, significa "liberarsi dalla schiavitù in cui l’Italia è piombata quando ha rinunciato alla grande invenzione di Fermi. Anche perché se scoppiasse una crisi energetica mondiale, saremmo costretti a tornare all’età della pietra".

Per evitare disastri come quello avvenuto a Chernobyl, secondo lo scienziato è necessario assegnare la gestione a persone competenti, spezzando il sistema della raccomandazione politica ("il direttore della centrale di Chernobyl era un raccomandato politico ma incompetente") ed ha sottolineato come l’energia nucleare dei nostri posteri non sarà a fissione, ma a fusione.

"Quando finiranno le fonti di approvigionamento energetico tradizionale legate al carbone e al petrolio l’Italia che farà? Tornerà all’età della pietra?" si chiede Zichichi. Il problema per il noto professore è solo di carattere culturale: "Noi conosciamo il nucleare solo per Hiroshima, Nagasaki e l’incidente di Cernobyl. Quest’ultimo provocato da un errore umano da parte di raccomandati politici che lavoravano nella centrale sovietica".

"Quindi il nucleare sì, perché è energia pulita e a basso costo. A patto però che la sua gestione venga affidata a scienziati veri e a personale capace".

Fonte: Energia a modo mio, 10 marzo 2010

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