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giovedì 4 febbraio 2010

Chernobyl: le radiazioni fuoriescono e succhiano soldi...

Quasi un quarto di secolo dopo la sua esplosione che ha ucciso e sconvolto il mondo, il reattore nucleare di Chernobyl si trova ancora in condizioni rovinose, nel mezzo di un deserto inabitabile nel nord dell’Ucraina, emette ancora una sorprendente quantità di radiazioni ed assorbe ingenti somme di denaro.
Molto di quel denaro, almeno 71 milioni di dollari, è arrivato dai contribuenti canadesi, destinati a pagare per un progetto avviato nel 1997 sottoforma di pegno, da parte dei leader del G7, per racchiudere il reattore in un nuovo sarcofago permanentemente sigillato.
Tutto venne concepito per essere terminato in otto anni per un costo totale di 768 milioni di dollari, per rappresentare un simbolo del risorgimento ucraino, del ritorno ad un governo democratico e di un’economia aperta, per mettere la catastrofe del 1986 in modo definitivo nel passato.
Ma nella rete di corruzione e diffidenza che spesso intrappola le relazioni tra l’Ucraina e l’Occidente, 13 anni dopo, il costo del progetto è aumentato a dismisura fino a quasi 2 miliardi di dollari e le operazioni di costruzione non sono nemmeno iniziate.
I funzionari di governo canadesi lo descrivono come un "lavandino di denaro" che è caduto in preda agli aspetti peggiori del fallito sviluppo dell’Ucraina, una manifestazione fisica del suo decadimento politico.
Entro la fine di quest’anno, dopo il G-8 di Huntsville, nell’Ontario, al governo canadese sarà chiesto un altro impegno, probabilmente decine di milioni di dollari, nel tentativo di raccoglierne altri 200-300 per completare il lavoro entro la fine del 2012, prima che il reattore si deteriori ulteriormente diventando un pericolo ancor più grave.
Nonostante che il sarcofago originale, costruito in fretta e furia dopo il disastro, sia stato recentemente rafforzato, esso è una struttura fragile che potrebbe crollare facendo fuoriuscire una nube di polvere radioattiva nell’atmosfera. Porzioni del nocciolo del reattore sono ancora esposti all’aria aperta ed all’acqua piovana.
Domenica prossima, cinque anni dopo la "rivoluzione arancione" che aveva sollevato le speranza di uno stato più democratico ed economicamente prospero, gli ucraini si recheranno alle urne nella fase finale di una elezione presidenziale che ha già eliminato il presidente in carica, Viktor Yushchenko, che aveva accusato l’Occidente dei molti problemi che circondano il progetto del nuovo sarcofago di Chernobyl.
Ma i banchieri e funzionari del governo canadese che da 15 anni collaborano per proteggere il mondo dalle rovine radioattive di Chernobyl, temono che il nuovo confinamento sicuro potrebbe trasformarsi in un piano ancora fuori da ogni controllo.
"Al fine di evitare che i fondi non venissero persi nella corruzione, abbiamo dovuto fare molta attenzione e, talvolta, vi sono stati anni in cui, da parte ucraina, non si è fatto nulla", ha detto Vince Novak, responsabile della sicurezza nucleare della Banca Europea di Ricostruzione e Sviluppo, l’istituto che elargisce aiuti alle economie post-comuniste, delegato dal G-8 a gestire i progetti a Chernobyl.
La maggior parte dei ritardi e aumenti dei costi sono legati direttamente alle turbolenze politiche che hanno coinvolto l’Ucraina dopo la rivoluzione arancione del 2004. Yushchenko, il presidente riformista in cui l’Occidente aveva riposto le proprie speranze, ha dimostrato di essere un manager terribile sia del progetto che del suo gabinetto, provocando il fiorire di corruzione e clientelismo nel corso del suo governo.
Uno dei ministri che ha guidato il progetto Chernobyl era noto per atti di corruzione e per i suoi legami con la criminalità organizzata.
L’epurata primo ministro, Yulia Timoshenko, è ora candidata alla presidenza contro il filo-russo Viktor Yanukovich che, come lei, nutre molti interessi economici personali.
Almeno una dozzina di ministri hanno controllato i progetti a Chernobyl sin dal loro inizio. "Abbiamo visto continui cambi di personale da parte ucraina e questo succede molto, molto, molto spesso. Non appena finiamo di prendere contatti con la nuova dirigenza, questa viene sostituita e tutta la memoria istituzionale va persa… dobbiamo quindi ricominciare da capo" dice Balthasar Lindauer, vice direttore del programma della BERS sicurezza nucleare.
Molti dei ministri sembravano essere del tutto disinteressati delle questioni legate al reattore. Chernobyl era una fonte di guadagno. Oggi la centrale è stata chiusa completamente, l’impianto ha comunque ancora più di 3.000 dipendenti sul suo libro paga come eredità del classico sistema occupazionale di stile comunista che ancora affligge il paese.
Molti funzionari ucraini sembravano determinati ad utilizzare il progetto del nuovo sarcofago per aumentare questi livelli di occupazione.
In diverse occasioni, gli ufficiali fedeli a Yushenko o alla Timoshenko hanno tentato di aggirare la procedura delle gare d’appalto per dare i contratti in mano alle organizzazioni vicine ai loro amici o amici del governo.
La BERS ha mantenuto il controllo dei fondi e la procedura di offerta, rifiutando comunque di consentire tali accordi. Ma per la risoluzione di queste controversie ci sono voluti anni e talvolta hanno portato al danneggiamento delle relazioni.
Quando il contratto per il progetto principale della costruzione venne assegnato ad un consorzio francese nel 2007, vi era il timore che il processo di gara fosse stato corrotto, così la BERS ordinò una revisione di lunga durata. Questa si concluse lo scorso anno mostrando l’attendibilità delle operazioni che comunque non erano ancora iniziate.
La BERS sta effettuando una nuova stima dei costi per determinare quando denaro è ancora necessario ricevere dai paesi del G-8, ma i suoi funzionari auspicano che dopo le elezioni di domenica ci saranno maggiori garanzie per terminare il progetto entro la fine del 2012.
"Ci sarà bisogno ancora di 200 milioni di euro. E verrà versato un contributo significativo in quanto questo costituisce una nostra priorità", ha detto un funzionario canadese coinvolto nel progetto.

Fonte: The Globe and Mail, 2 febbraio 2010; Traduzione: Progetto Humus

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