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venerdì 23 aprile 2010

24 anni dalla tragedia, Cernobyl è oggi meta turistica

A 24 anni dalla catastrofe di Cernobyl, la centrale atomica nel nord dell'Ucraina non è solo il simbolo di una tragedia che ha interessato centinaia di migliaia di persone in tre paesi (Ucraina, Bielorussia e Russia, però all'epoca c'era solo l'Unione Sovietica), ma è anche diventata un'ambita meta turistica. Almeno per quanti danno affidamento alle classifiche stilate da Forbes: in cima all'ultima originale lista dei posti più "esotici" da visitare al mondo l'illustre periodico statunitense ha messo proprio Cernobyl. In realtà, ormai da una decina d'anni, non sono solo scienziati, tecnici o giornalisti a poter entrare nella zona proibita e passare i check point a 30 e 10 km dal reattore numero 4: diversi operatori turistici, in collaborazione con l'agenzia statale Cernobyl Interinform, offrono visite di un giorno sul luogo dell'incidente e nei dintorni promettendo forti emozioni.
"Nel 2009 - dice ad Apcom Sergei Ivanchuk, responsabile della SoloEast Travel - sono state circa 7.000 le persone che hanno visitato il sito di Cernobyl, circa 3.000 solo con la nostra agenzia". Il tour costa dai 110 ai 160 dollari (pasto tipico ucraino di tre portate nella sede di Cernobyl Interinform compreso) e dà la possibilità di provare "un'esperienza unica".
La visita comprende un briefing informativo da parte di un responsabile di Cernobyl Interinform, il tour attraverso l'abitato di Cernobyl (di giorno vi lavorano circa 3.000 persone, alla sera escono tutti dalla zona), l'accesso alla zona proibita dei 10 km (prima della quale bisogna sottoscrivere un certificato in cui ci si assume la piena responsabilità), la sosta davanti al sarcofago che ricopre il reattore esploso e una passeggiata nella città fantasma di Pripyat. "La maggior parte dei turisti che arrivano da noi - aggiunge Maxim Krygin di Chernobyl Interinform - proviene dalla Scandinavia, Russia e Ucraina. Pochissimi dall'Europa occidentale, quasi nessuno da Francia, Spagna e Italia". Per chi vuole spendere qualche dollaro in più c'è la possibilità di acquistare un contatore geiger per misurare la radioattività.
L'incidente nella centrale atomica di Cernobyl avvenne nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986 mentre era in corso un test per il quale erano stati staccati i sistemi di sicurezza.

Nella notte della catastrofe, durante la prova con la quale si voleva verificare il funzionamento della turbina nel caso mancamento improvviso di corrente elettrica, nel reattore numero 4 - per cause umane e tecnica difettosa - si verificò l'esplosione, che causò la fuga radioattiva. L'orologio segnava l'una, 23 minuti e 44 secondi: venne liberata radioattività (tra i 50 e i 250 milioni di Curie) in quantità calcolabile all'incirca cento volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki nel 1945. All'interno del reattore di Cernobyl erano custodite circa 200 tonnellate di uranio. Secondo gli esperti circa il 50% di iodio e il 30% di cesio rispetto alla quantità totale fuoriuscirono dal reattore, disperdendosi nell'atmosfera. La nube radioattiva si spostò da Cernobyl verso gran parte d'Europa.
Solo il 27 aprile, 36 ore dopo l'incidente, furono evacuati i 45mila abitanti di Pripyat e nei giorni successivi, sino al 5 maggio, circa 130mila persone in un raggio di 30 km dovettero lasciare le proprie case. Nei primi dieci giorni successivi alla catastrofe oltre 30 elicotteri militari tentarono di tamponare la fuga radioattiva versando oltre 1800 tonnellate di sabbia e 2400 di piombo sul reattore. Solo il 6 maggio la situazione fu sotto controllo. Dei circa 800 mila liquidatori che si occuparono di limitare gli effetti si calcola che 25 mila siano morti in seguito alle radiazioni. Per quel riguarda la popolazione civile quasi un quarto di secolo dopo la tragedia è ancora difficile dare numeri sicuri, ma si ragione nell'ordine delle migliaia: dai 2.000 bambini affetti da gravissime patologie in Bielorussia ai temuti 100 mila casi di tumore alla tiroide per persone di tutte le età nei tre paesi colpiti.

Fonte: Virgilio notizie (parte I e parte II), 23 aprile 2010

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