Darimar's Zone: sito divulgativo dedicato alla Zona di esclusione, all'incidente nucleare di Chernobyl e al videogioco S.T.A.L.K.E.R.

domenica 3 gennaio 2010

Chernobyl rimane radioattiva dopo 23 anni... ancora più di quanto originariamente previsto

Parlando alla riunione annuale dell’America Geophysical Union (AGU), lo scorso lunedì (14 dicembre 2009, ndDarimar), un gruppo di esperti ha rivelato un fattore problematico a Chernobyl, sul sito della centrale nucleare esplosa nel 1986.
Recenti misurazioni effettuate nella zona di esclusione, in cui gli esseri umani non possono accedere senza dispositivi di protezione individuale, hanno rilevato che il materiale radioattivo ricaduto nell’area è risultato quantitativamente di gran lunga lontano dal livello di degrado previsto.
In altre parole, gli scienziati dicono che ci vorrà molto più tempo affinchèi suoli potranno ritornare puliti rispetto a quanto creduto inizialmente.
Precedenti stime, basate sul fatto che il Cesio 137 ha un tempo di dimezzamento pari a 30 anni, affermavano che la zona di esclusione, evaquata, sarebbe potuta essere ripopolata in tempi brevi.
Ma gli esperimenti rivelano che il materiale radioattivo non si decompone così velocemente come previsto, e gli scienziati non hanno idea del perché questo stia accadendo.
Il 26 aprile 1986, Chernobyl fu il più grave incidente nucleare del mondo, classificato al livello 7 della Scala Internazionale degli eventi atomici. Le sue conseguenze, aggravate anche dal silenzio che le ha coperte, hanno visto molteplici persone esposte a dosi letali di radiazioni.
"Il tempo necessario affinchè la zona possa essere ripopolata è più lungo di quanto previsto. Le nuove stime sottolineano che il tempo di dimezzamento per Cesio 137, diffusosi all'esterno, è tra i 180 ed i 320 anni. Questo getta acqua fredda sui piani delle autorità ucraina di voler avviare il riutilizzo di quei terreni", dice lo scienziato nucleare Tim Jannick del Savannah River National Laboratory.
"Sono stato coinvolto, per molti anni, negli studi che riguardano Chernobyl, ma questo in particolare potrebbe essere di grande importanza per molti ricercatori, specialmente per quelli dei Dipartimenti per l’Energia", dice l’esperto di bonifica nucleare, Boris Faybishenko, del Lawrence Berkeley National Laboratory.
Questo studio offre una finestra di opportunità per studiare tutti i possibili effetti di avvelenamento da radiazioni sull’ambiente e sugli ecosistemi. Negli ultimi vent’anni sono stati molti i team di ricercatori che hanno continuato a studiare ed analizzare elementi come lo stronzio, cesio e gli isotopi di plutonio presenti nei terreni intorno alla centrale atomica di Chernobyl.

Fonte: Progetto Humus, 18 dicembre 2009

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