Darimar's Zone: sito divulgativo dedicato alla Zona di esclusione, all'incidente nucleare di Chernobyl e al videogioco S.T.A.L.K.E.R.

martedì 17 luglio 2012

Gli alberi radioattivi di Chernobyl e le foreste a rischio d’incendio

Gran parte della zona di esclusione di 30 km. attorno alla centrale nucleare di Chernobyl è costituita da foreste di pini, molti dei quali altamente contaminati, tanto che un incendio potrebbe provocare una devastante nube radioattiva. Proseguendo in direzione nord da Kiev, in Ucraina si possono vedere vecchie donne con i loro nipoti che siedono nei campi, nell’erba alta, sotto il sole o all’ombra di alberi in fila ordinata a costeggiar la strada. E’ stagione di mirtilli e loro li vendono in un bicchiere di plastica, di circa una pinta. Si potrebbe contrattare il prezzo di questi frutti, ma Sergiy Zibtsev, un professore dell’Istituto Forestale presso l’Università di Biologia di Kiev, non lo consiglia: sono contaminati da Stronzio radioattivo.
Le bacche sono elementi che assorbono in maniera intensa i radionuclidi, enormi quantità di questi sono stati dispersi su gran parte dell’ex Unione Sovietica e sull’Europa occidentale dalla nube sprigionata dall’incidente del 1986. Le misurazioni della radioattività negli alimenti, vengono effettuate solamente nei mercati ufficiali, e di solito rilevano solo il cesio. Le centinaia di bancarelle improvvisate di frutta, generalmente gestite da vecchie signore, invece, non vengono mai controllate. Una pinta contiene almeno un quarto di frutti contaminati. La principale preoccupazione è che questi non giungano sulle tavole delle vostre colazioni di tutti i giorni.
Oltre ai venditori di mirtilli, la strada, ai margini della zona di esclusione che circonda Chernobyl, è più trafficata rispetto a quando venni qui con Sergiy un paio di anni fa. C’è una ragazza in tacchi alti barcollanti lungo la riva che chiacchera al suo Iphone, c'è un grande campo di orzo al vento pronto per la mietitura ed una giovane coppia sfreccia su un motorino. “Questa regione sta lentamente tornando alla normalità”, dice Sergiy. “La gente sta tornando a coltivare questa zona una volta in piena espansione agricola. Sta accadendo anche all’interno della zona di esclusione, forse anche troppo”.
 La Chernobyl Forest Enterprise sta piantumando piccole pinete che intende poi abbattere in un arco di tempo di circa 80 anni. Ma ci sono seri problemi con il resto delle foreste di pini a Chernobyl: gli alberi stanno morendo, il vento li danneggia e sono infestati dagli insetti. Inoltre, la siccità e la calura estiva li rendono facilmente incendianti. Queste foreste morte e radioattive sono considerate però troppo pericolose e costose per essere definitivamente bonificate. Gli esperti dicono che qui, se scoppia un incendio, la situazione può avere gli stessi effetti di una bomba nucleare per l’Europa orientale. Ma il vento potrebbe trasportare le particelle radioattive per grandi distanze, non solo in Ucraina, bensì in tutto il continente.
Per contribuire ad evitare queste ipotesi, Sergiy è arrivato a Chernobyl per raccogliere dati e studiare le conseguenze, in gran parte ancora sconosciute, di un incendio di dimensioni gigantesche che si era sviluppato su una vasta zona nel 1992. Un suo collega sta compiendo a proposito uno studio scientifico ed insieme sperano di attrarre finanziamenti per ridimensionare il pericolo che la “foresta di Chernobyl” ancora rappresenta. Se riusciranno ad individuare le pinete più vulnerabili, il passo successivo sarà quello di persuadere il governo ucraino ed altri partner ad investire in formazione ed attrezzature da destinare ai vigili del fuoco della zona, e forse ad eliminare zone delle foreste considerate più a rischio.
I vigili del fuoco a Chernobyl hanno uno dei posto di lavoro meno invidiabili di tutto il mondo. Passano tutto il giorno all’interno di torrette di vedetta arrugginite dell’epoca sovietica, che ondeggiano al vento, ed in alcuni casi agiscono da conduttori dei fulmini dei temporali estivi, spesso scatenando incendi. Quando avvistano un focolare, i pompieri segnalano la sua posizione via radio, le squadre saltano a bordo di grossi camion rossi, anch’essi sovietici, e si adoperano per estinguerne la fonte. La loro attrezzatura è molto semplice. Questi uomini samno bene cosa si sente quando si lotta contro gli incendi radioattivi: provano una sensazione di formicolio metallico nella loro pelle, ma non capiscono fino in fondo i gravi pericoli di essere esposti alle particelle contaminate surriscaldate. Il loro senso del dovere appartiene ancora agli eroici ideali dell’Urss - devono spegnere l’incendio, non importano le conseguenze personali. Sergiy dice che un incendio delle stesse dimensioni di quello a Chernobyl nel 1992, sarebbe catastrofico per l’immagine dell’Ucraina e potenzialmente devastante per i terreni agricoli di tutta l’Europa. Molti esperti si stanno adoperando sul problema, che si ripresenta ad ogni estate calda. Sergiy ed i suoi colleghi hanno bisogno di sostegno, non solo per salvare i vigili del fuoco di Chernobyl dall’esposizione ad elevate dosi di radiazioni, ma per fermare quelle particelle radioattive che si diffondono ovunque il vento soffi ed estendono l’eredità di un incidente che molte persone considerano già dimenticato.

Fonte: Progetto Humus, 10 luglio 2012

1 commento: