"Dimenticati da governi". In 700.000 lavorarono a decontaminazione
Un migliaio di 'liquidatori' e reduci da Chernobyl sono scesi in piazza oggi a Kiev per protestare contro le insufficienti sovvenzioni che lo stato concede a chi lavorò alle operazioni di soccorso e di decontaminazione nella zona dell'incidente nucleare del 26 aprile 1986. Siamo stati dimenticati, protestano, approfittando della rinnovata attualità della tragedia di 25 anni fa, alla luce dell'emergenza giapponese. Secondo Yuri Andreev, presidente dell'Unione Chernobyl, i lavoratori e i superstiti di allora devono affrontare ancora oggi enormi problemi e le autorità non fanno gran che per aiutarli.
La difficile situazione economica ucraina, la riforma delle pensioni e i tagli previsti dal premier Mykola Azarov aggravano il quadro per chi all'epoca si è speso in aiuti, anche volontari, e poi è stato costretto ad abbandonare la propria abitazione e trasferirsi altrove. "L'anno scorso il presidente Victor Yanukovich ha ordinato di aumentare i sussidi e procedere ai rimborsi per i reduci, ma il premier ha fatto finta di niente" ha detto al Kiev Post Andriy Shuralev, uno dei liquidatori oggi presente davanti al palazzo del governo.
La difficoltà arrivano comunque da lontano, come ha fatto notare Andreev, da quando nel 2001 ai tempi del presidente Leonid Kuchma e dell'allora primo ministro Viktor Yushchenko gli aiuti per i liquidatori e le loro famiglie furono tagliati. E "il governo Azarov ha mantenuto la stessa cifra per complessivi 6.3 milioni di grivne all'anno (circa 540 mila euro), un sostegno inadeguato per i tre milioni di ucraini che ne hanno diritto", ha ribadito il presidente dell'Unione Chernobyl. Circa 700mila persone, tra militari e civili, reclutati e volontari, furono i liquidatori provenienti non solo da Ucraina, ma anche da Russia e Bielorussia, repubbliche che all'epoca facevano parte dell'Urss. Operai, pompieri, soldati e volontari di ogni genere che lavorarono nella zona off limits, quella entro 30 km dal reattore numero 4 di Chernobyl.
Un migliaio di 'liquidatori' e reduci da Chernobyl sono scesi in piazza oggi a Kiev per protestare contro le insufficienti sovvenzioni che lo stato concede a chi lavorò alle operazioni di soccorso e di decontaminazione nella zona dell'incidente nucleare del 26 aprile 1986. Siamo stati dimenticati, protestano, approfittando della rinnovata attualità della tragedia di 25 anni fa, alla luce dell'emergenza giapponese. Secondo Yuri Andreev, presidente dell'Unione Chernobyl, i lavoratori e i superstiti di allora devono affrontare ancora oggi enormi problemi e le autorità non fanno gran che per aiutarli.
La difficile situazione economica ucraina, la riforma delle pensioni e i tagli previsti dal premier Mykola Azarov aggravano il quadro per chi all'epoca si è speso in aiuti, anche volontari, e poi è stato costretto ad abbandonare la propria abitazione e trasferirsi altrove. "L'anno scorso il presidente Victor Yanukovich ha ordinato di aumentare i sussidi e procedere ai rimborsi per i reduci, ma il premier ha fatto finta di niente" ha detto al Kiev Post Andriy Shuralev, uno dei liquidatori oggi presente davanti al palazzo del governo.
La difficoltà arrivano comunque da lontano, come ha fatto notare Andreev, da quando nel 2001 ai tempi del presidente Leonid Kuchma e dell'allora primo ministro Viktor Yushchenko gli aiuti per i liquidatori e le loro famiglie furono tagliati. E "il governo Azarov ha mantenuto la stessa cifra per complessivi 6.3 milioni di grivne all'anno (circa 540 mila euro), un sostegno inadeguato per i tre milioni di ucraini che ne hanno diritto", ha ribadito il presidente dell'Unione Chernobyl. Circa 700mila persone, tra militari e civili, reclutati e volontari, furono i liquidatori provenienti non solo da Ucraina, ma anche da Russia e Bielorussia, repubbliche che all'epoca facevano parte dell'Urss. Operai, pompieri, soldati e volontari di ogni genere che lavorarono nella zona off limits, quella entro 30 km dal reattore numero 4 di Chernobyl.
Si calcola che 25 mila di loro siano morti a causa delle radiazioni, anche se i rapporti ufficiali dell'Iaea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) parlano solo di una cinquantina dei cosiddetti "early liquidators", i cosiddetti 'spalatori' che per primi lavorarono alla decontaminazione, deceduti in conseguenza diretta dell'esposizione radioattiva nella zona proibita. Il 14 dicembre, data in cui nel 1986 è stata completata la costruzione del mantello protettivo della centrale, si celebra in Ucraina la giornata dei liquidatori.
Fonte: notizie.virgilio.it, 16 marzo 2011.
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