Raccolti altri 550 mln per colmare buco nei fondi per costruzione
Alto 105 metri, lungo 150, con una campata di 257 e pesante 29 mila tonnellate. Sono queste le misure del sarcofago che coprirà definitivamente il reattore numero 4 della centrale di Cernobyl, esploso il 26 aprile del 1986. La gigantesca costruzione resisterà secondo i progettisti per almeno 100 anni.
È il consorzio francese Novarka, cui partecipano anche aziende tedesche e ucraine, a farsi carico dei lavori che dovrebbero essere completati entro la metà del 2014. Il progetto di attuazione per la costruzione del sarcofago è partito nel 1997 sotto l'egida dell'Ue, dell'allora G7 e delle autorità ucraine.
Fa parte di un ampio piano (Shelter Implementation Plan, Sip) che comprende anche la realizzazione di un impianto per lo stoccaggio delle scorie della centrale. Il Cernobyl Shelter Fund (Csf), che si occupa dell'implementazione, è sotto l'amministrazione della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Il reperimento dei fondi (i costi stimati sono di 1,54 miliardi di euro per il sarcofago, 250 milioni per l'impianto di stoccaggio) è stato uno dei problemi che hanno posticipato la fine dei lavori, inizialmente prevista entro il 2006. Tra ritardi burocratici e disorganizzazione, mancano ancora oltre 740 milioni di euro, in buona parte recuperati oggi dalla conferenza dei donatori riunita a Kiev, che ha raccolto 550 milioni. Secondo i dati stilati per il Chernobyl Shelter Fund and the Nuclear Safety Account, Bruxelles è il maggiore donatore e ha già dato 250 milioni, seguito da Stati Uniti (180), Germania (60), Bers (58). L'Italia ha offerto aiuti per un totale di circa 41 milioni di euro.
La costruzione dell'impianto di stoccaggio di Cernobyl è finanziata invece attraverso il Nuclear Safety Account, creato nel 1993 dalla Ebrd, fondo internazionale a cui partecipano l'Unione Europea e altri 14 Paesi, tra cui Giappone e Stati Uniti e si occupa delle centrali nucleari in Europa centro-orientale. Dal 2007 anche di quella ucraina. L'Italia ha già versato 21 milioni di euro.
Alto 105 metri, lungo 150, con una campata di 257 e pesante 29 mila tonnellate. Sono queste le misure del sarcofago che coprirà definitivamente il reattore numero 4 della centrale di Cernobyl, esploso il 26 aprile del 1986. La gigantesca costruzione resisterà secondo i progettisti per almeno 100 anni.
È il consorzio francese Novarka, cui partecipano anche aziende tedesche e ucraine, a farsi carico dei lavori che dovrebbero essere completati entro la metà del 2014. Il progetto di attuazione per la costruzione del sarcofago è partito nel 1997 sotto l'egida dell'Ue, dell'allora G7 e delle autorità ucraine.
Fa parte di un ampio piano (Shelter Implementation Plan, Sip) che comprende anche la realizzazione di un impianto per lo stoccaggio delle scorie della centrale. Il Cernobyl Shelter Fund (Csf), che si occupa dell'implementazione, è sotto l'amministrazione della Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Il reperimento dei fondi (i costi stimati sono di 1,54 miliardi di euro per il sarcofago, 250 milioni per l'impianto di stoccaggio) è stato uno dei problemi che hanno posticipato la fine dei lavori, inizialmente prevista entro il 2006. Tra ritardi burocratici e disorganizzazione, mancano ancora oltre 740 milioni di euro, in buona parte recuperati oggi dalla conferenza dei donatori riunita a Kiev, che ha raccolto 550 milioni. Secondo i dati stilati per il Chernobyl Shelter Fund and the Nuclear Safety Account, Bruxelles è il maggiore donatore e ha già dato 250 milioni, seguito da Stati Uniti (180), Germania (60), Bers (58). L'Italia ha offerto aiuti per un totale di circa 41 milioni di euro.
La costruzione dell'impianto di stoccaggio di Cernobyl è finanziata invece attraverso il Nuclear Safety Account, creato nel 1993 dalla Ebrd, fondo internazionale a cui partecipano l'Unione Europea e altri 14 Paesi, tra cui Giappone e Stati Uniti e si occupa delle centrali nucleari in Europa centro-orientale. Dal 2007 anche di quella ucraina. L'Italia ha già versato 21 milioni di euro.
Fonte: TMNews, 19 aprile 2011.
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