Impianti fotovoltaici e pale eoliche sul suolo radioattivo. L’Ucraina sta pensando di voltare pagina: intorno all’area di Chernobyl potrebbero presto spuntare impianti rinnovabili.
Nucleare. C’è chi è contro, chi lo approva, chi lo maledice e chi lo osanna. Tutti, però, sono d’accordo su una cosa: nessuno potrebbe sopportare una nuova Chernobyl. In Ucraina sono 18mila i chilometri quadrati di terreni agricoli contaminati dall’esplosione della centrale nucleare. A questi si aggiunge il 40% dei boschi, tuttora “radioattivi”, pari a una superficie di 35mila Kmq.
Colpisce quindi apprendere come la stessa Ucraina stia pensando di voltare pagina, e di farlo in maniera eclatante: secondo quanto riportato da GreenStyle, l’idea sarebbe quella di occupare l’area adiacente alla centrale con impianti fotovoltaici ed eolici, ai quali andranno ad aggiungersi impianti di cogenerazione e interventi di rimboschimento.
Il Governo ucraino ha effettivamente approvato un progetto dedicato ad una possibile riqualificazione dell’area contaminata dal disastro nucleare: il magazine online ForUm conferma l’approvazione di un documento datato 18 luglio.
Infine, l’idea sembra allinearsi alla stessa politica energetica nazionale, che punta ad arrivare al 2015 con un 10% di energia derivante da fonti rinnovabili; quota che, entro il 2030, dovrebbe salire al 20%. Per ottenere questi livelli l’Ucraina è già al lavoro: sono in preparazione impianti eolici per una capacità totale di 3.000 MW e impianti salari pari a 1.000 MW. Un buon inizio, anche se, secondo quanto riportato da Emirates New Agency, grazie alle caratteristiche geografiche dell’area le rinnovabili potrebbero arrivare a coprire il 50% del fabbisogno elettrico nazionale..
Nucleare. C’è chi è contro, chi lo approva, chi lo maledice e chi lo osanna. Tutti, però, sono d’accordo su una cosa: nessuno potrebbe sopportare una nuova Chernobyl. In Ucraina sono 18mila i chilometri quadrati di terreni agricoli contaminati dall’esplosione della centrale nucleare. A questi si aggiunge il 40% dei boschi, tuttora “radioattivi”, pari a una superficie di 35mila Kmq.
Colpisce quindi apprendere come la stessa Ucraina stia pensando di voltare pagina, e di farlo in maniera eclatante: secondo quanto riportato da GreenStyle, l’idea sarebbe quella di occupare l’area adiacente alla centrale con impianti fotovoltaici ed eolici, ai quali andranno ad aggiungersi impianti di cogenerazione e interventi di rimboschimento.
Il Governo ucraino ha effettivamente approvato un progetto dedicato ad una possibile riqualificazione dell’area contaminata dal disastro nucleare: il magazine online ForUm conferma l’approvazione di un documento datato 18 luglio.
Infine, l’idea sembra allinearsi alla stessa politica energetica nazionale, che punta ad arrivare al 2015 con un 10% di energia derivante da fonti rinnovabili; quota che, entro il 2030, dovrebbe salire al 20%. Per ottenere questi livelli l’Ucraina è già al lavoro: sono in preparazione impianti eolici per una capacità totale di 3.000 MW e impianti salari pari a 1.000 MW. Un buon inizio, anche se, secondo quanto riportato da Emirates New Agency, grazie alle caratteristiche geografiche dell’area le rinnovabili potrebbero arrivare a coprire il 50% del fabbisogno elettrico nazionale..
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