Nei reattori nucleari in Russia ed Ucraina, tutti di fabbricazione russo-sovietica, continuano a verificarsi interruzioni operative. Nel mese di aprile, i sistemi di protezione automatica ed una pompa mal funzionante hanno fermato i reattori delle centrali nucleari russe Kursk e Leningrado e l’impianto atomico di Rovno, in Ucraina, è stata chiusa per colpa di un uccello. Alla fine di Aprile, 21 dei 32 reattori nucleari russi erano in funzione, due erano in situazione di allarme, nove erano in fase di manutenzione.
Andrei Ozharovsky
Un’interruzione di tre giorni alla centrale nucleare di Kursk
Mentre si stava avvicinando il 25° anniversario della tragedia di Chernobyl del 1986 in Ucraina, il reattore n.4 della centrale nucleare di Kursk, nell’omonima regione, al centro della Russia europea, dove sono attivi reattori RBMK-1000 (dello stesso disegno di quello esploso a Chernobyl), è stato chiuso dal sistema di protezione automatica.
Secondo una dichiarazione dell’unità di Crisi di Rosatom, “il 25 aprile alle 8:49, il reattore, pur operando con una capacità di 1.035 megawatt, è stato chiuso dal sistema di protezione automatico, successivo ad un allarme d’emergenza fasullo. La notizia è apparsa sul sito web di Rosenergatom, il gestore della centrale nucleare, con la garanzia che “nessuna violazione dei termini di sicurezza per il funzionamento della centrale di Kursk è stata rilevata. La radioattività di fondo sul sito e sul territorio circostante è rimasta immutata”.
Il reattore n.4 è stato commissionato nel 1985 ed il suo servizio scade nel 2015. L’interruzione dell’impianto è durata per tre giorni (dal 25 al 28 aprile. Durante questo periodo, circa 72 milioni di Kilowatt ora di energia non sono stati immessi nella rete.
Carico operativo ridotto alla centrale nucleare Leningrado
Proprio come la centrale di Kursk (ed in precedenza, come la centrale di Smolensk), nell’impianto atomico di Leningrado, che si trova a Sosnoy Bor, vicino a San Pietroburgo, sono in attività dei reattori RBMK-1000. Secondo il dipartimento di Gesitone Crisi di Rosatom, “il 27 aprile 2011 alle ore 19.42, mentre il rettore era operativo ad una capacità di 1.026 megawatt, una pompa elettrica di riserva, 2PEN-5 si è spenta. E’ stata quindi effettuata una riduzione manuale del 20% del carico d’esercizio del reattore. La pompa è stata poi ripristinata ed alle 00.30 del 28 aprile, il carico è stato riportato a 1.020 megawatt”.
Nessuna informazione su questa anomalia è stata pubblicata sul sito di Rosenergatom.
Il reattore ha operato a capacità ridotta per quasi cinque ore, con una perdita di circa 1 milione di kilowatt ora di energia elettrica, non immessi nella rete.
Secondo Rashid Alimov, ambientalista di San Pietroburgo e co-presidente del gruppo Ecoperestroika, incidenti come questo non sono rari è sono la testimonianza di mancanza di controlli da parte del Servizio Federale russo per l’ecologia e dell’organo di controllo e per la sicurezza atomica, Rostekhnadzor.
“I vecchi e pericolosi reattori della centrale di Leningrado non sono affidabili. Il loro periodo di attività è stato esteso in violazione della legge, senza un’adeguata valutazione dell’impatto ambientale. L’ultimo incidente è una conseguenza dell’indulgenza di Rostekhnadzor verso l’industria atomica”, ha detto Alimov.
Gli uccelli come fattore di rischio di un evento atomico
L’incidente verificatosi, il 5 aprile, presso la centrale nucleare di Rovno (Rivne), si caratterizza per un aneddoto.
L’Ucraina, ex stato sovietico, dispone di quattro centrali nucleari (esclusa Chernobyl). Tutti sono di fabbricazione sovietica e, quando questa si è disintegrata, dalla Russia. L’Ucraina è fortemente dipendente dal nucleare, che rappresenta quasi la metà di tutta l’energia prodotta nel paese.
Le informazioni preliminari dell’incidente successo a Rovno sono state pubblicate sul sito web dell’impianto nucleare. L’evento è avvenuto alle ore 12.17 del 5 aprile 2011 ed è stato causato dal malfunzionamento del sistema di sicurezza che controlla una serie di interruttori e di altri dispositivi elettrici presso il reattore n.2 della centrale – un VVER-400 di fabbricazione russa – che ha portato al suo arresto in condizione di emergenza.
Tracce di fuliggine sono state rilevate nel luogo in cui si è verificato il malfunzionamento. I testimoni hanno documentato anche la presenza di scintille sul posto. “Un guasto a terra”, così è stata denominata una delle possibili cause alla base dell’incidente, probabilemnte provocato da un oggetto estraneo rilasciato da un uccello.
In altre parole, un uccello – ovvero una possibile causa di incidenti che si va ad associare ai rischi di terremoti, incidenti aerei, minacce terroristiche, errori operativi – può fare in modo che una centrale nucleare venga messa fuori servizio.
Ci è voluta poi una settimana per ripristinare la capacità operavia del reattore dopo il guasto.
“L’incidente causato da un oggetto estraneo, che ha portato all’attivazione del sistema di protezione d’emergenza e dell’arresto del reattore, è la testimonianza del fatto che è impossibile prevedere tutti i possibili fattori esterni che possono influenzare le attrezzature di funzionamento di un reattore. Per tanto, anche teoricamente, la sicurezza assoluta di una centrale nucleare è impossibile. “E’ anche significativo come i problemi alla centrale nucleare di Rovno si sono verificati sull’alimentazione ai due reattori più vecchi, sui quali sono stati spesi fondi enormi per prolungare lo loro vita operativa. Se le vecchie unità atomiche non possono essere protette da oggetti estranei portati da uccelli, questi devono essere posti fuori servizi”, dice Artur Denisenko, coordinatore dei programmi energetici per il Centro Nazionale Ecologico dell’Ucraina.
Qualcuno è volato sulla centrale nucleare di Kursk.
In Russia, il 27 aprile, è stata registrata una violazione delle norme di passaggio aereo nel settore sopra la centrale di Kursk.
Il Centro di Gestione Crisi di Rosatom ha rilevato un passaggio non autorizzato di un aereo che ha sorvolato gli edifici di questo impianto atomico.
“Il 27 aprile 2011, alle h.12.40, un velivolo bimotore ha sorvolato il territorio della centrale nucleare, chiuso al passaggio aereo. Dall’inchiesta aperta sull’incidente è emerso che l’areo aveva ricevuto un ordine di passaggio e portava a bordo una delegazione di persone straniere. Mentre era in volo, l’aereo avrebbe deviato la sua rotta originale e sarebbe quindi finito per sorvolare il territorio della centrale atomica. Un’inchiesta è comunque in corso”, dice il comunicato.
I reattori RBMK russi operano in impianti nucleari obsoleti. Sebbene dopo l’incidente di Chernobyl sono state apportate modifiche al loro progetto, questi funzionano ancora senza vasche di contenimento, che sono tra le caratteristiche principali dei sistemi di protezione dei reattori più recenti. Ma anche le centrali più nuove o quelle in costruzione, tuttavia, non sono adeguatamente protette contro la collisione con un aereo.
Andrei Ozharovsky
Un’interruzione di tre giorni alla centrale nucleare di Kursk
Mentre si stava avvicinando il 25° anniversario della tragedia di Chernobyl del 1986 in Ucraina, il reattore n.4 della centrale nucleare di Kursk, nell’omonima regione, al centro della Russia europea, dove sono attivi reattori RBMK-1000 (dello stesso disegno di quello esploso a Chernobyl), è stato chiuso dal sistema di protezione automatica.
Secondo una dichiarazione dell’unità di Crisi di Rosatom, “il 25 aprile alle 8:49, il reattore, pur operando con una capacità di 1.035 megawatt, è stato chiuso dal sistema di protezione automatico, successivo ad un allarme d’emergenza fasullo. La notizia è apparsa sul sito web di Rosenergatom, il gestore della centrale nucleare, con la garanzia che “nessuna violazione dei termini di sicurezza per il funzionamento della centrale di Kursk è stata rilevata. La radioattività di fondo sul sito e sul territorio circostante è rimasta immutata”.
Il reattore n.4 è stato commissionato nel 1985 ed il suo servizio scade nel 2015. L’interruzione dell’impianto è durata per tre giorni (dal 25 al 28 aprile. Durante questo periodo, circa 72 milioni di Kilowatt ora di energia non sono stati immessi nella rete.
Carico operativo ridotto alla centrale nucleare Leningrado
Proprio come la centrale di Kursk (ed in precedenza, come la centrale di Smolensk), nell’impianto atomico di Leningrado, che si trova a Sosnoy Bor, vicino a San Pietroburgo, sono in attività dei reattori RBMK-1000. Secondo il dipartimento di Gesitone Crisi di Rosatom, “il 27 aprile 2011 alle ore 19.42, mentre il rettore era operativo ad una capacità di 1.026 megawatt, una pompa elettrica di riserva, 2PEN-5 si è spenta. E’ stata quindi effettuata una riduzione manuale del 20% del carico d’esercizio del reattore. La pompa è stata poi ripristinata ed alle 00.30 del 28 aprile, il carico è stato riportato a 1.020 megawatt”.
Nessuna informazione su questa anomalia è stata pubblicata sul sito di Rosenergatom.
Il reattore ha operato a capacità ridotta per quasi cinque ore, con una perdita di circa 1 milione di kilowatt ora di energia elettrica, non immessi nella rete.
Secondo Rashid Alimov, ambientalista di San Pietroburgo e co-presidente del gruppo Ecoperestroika, incidenti come questo non sono rari è sono la testimonianza di mancanza di controlli da parte del Servizio Federale russo per l’ecologia e dell’organo di controllo e per la sicurezza atomica, Rostekhnadzor.
“I vecchi e pericolosi reattori della centrale di Leningrado non sono affidabili. Il loro periodo di attività è stato esteso in violazione della legge, senza un’adeguata valutazione dell’impatto ambientale. L’ultimo incidente è una conseguenza dell’indulgenza di Rostekhnadzor verso l’industria atomica”, ha detto Alimov.
Gli uccelli come fattore di rischio di un evento atomico
L’incidente verificatosi, il 5 aprile, presso la centrale nucleare di Rovno (Rivne), si caratterizza per un aneddoto.
L’Ucraina, ex stato sovietico, dispone di quattro centrali nucleari (esclusa Chernobyl). Tutti sono di fabbricazione sovietica e, quando questa si è disintegrata, dalla Russia. L’Ucraina è fortemente dipendente dal nucleare, che rappresenta quasi la metà di tutta l’energia prodotta nel paese.
Le informazioni preliminari dell’incidente successo a Rovno sono state pubblicate sul sito web dell’impianto nucleare. L’evento è avvenuto alle ore 12.17 del 5 aprile 2011 ed è stato causato dal malfunzionamento del sistema di sicurezza che controlla una serie di interruttori e di altri dispositivi elettrici presso il reattore n.2 della centrale – un VVER-400 di fabbricazione russa – che ha portato al suo arresto in condizione di emergenza.
Tracce di fuliggine sono state rilevate nel luogo in cui si è verificato il malfunzionamento. I testimoni hanno documentato anche la presenza di scintille sul posto. “Un guasto a terra”, così è stata denominata una delle possibili cause alla base dell’incidente, probabilemnte provocato da un oggetto estraneo rilasciato da un uccello.
In altre parole, un uccello – ovvero una possibile causa di incidenti che si va ad associare ai rischi di terremoti, incidenti aerei, minacce terroristiche, errori operativi – può fare in modo che una centrale nucleare venga messa fuori servizio.
Ci è voluta poi una settimana per ripristinare la capacità operavia del reattore dopo il guasto.
“L’incidente causato da un oggetto estraneo, che ha portato all’attivazione del sistema di protezione d’emergenza e dell’arresto del reattore, è la testimonianza del fatto che è impossibile prevedere tutti i possibili fattori esterni che possono influenzare le attrezzature di funzionamento di un reattore. Per tanto, anche teoricamente, la sicurezza assoluta di una centrale nucleare è impossibile. “E’ anche significativo come i problemi alla centrale nucleare di Rovno si sono verificati sull’alimentazione ai due reattori più vecchi, sui quali sono stati spesi fondi enormi per prolungare lo loro vita operativa. Se le vecchie unità atomiche non possono essere protette da oggetti estranei portati da uccelli, questi devono essere posti fuori servizi”, dice Artur Denisenko, coordinatore dei programmi energetici per il Centro Nazionale Ecologico dell’Ucraina.
Qualcuno è volato sulla centrale nucleare di Kursk.
In Russia, il 27 aprile, è stata registrata una violazione delle norme di passaggio aereo nel settore sopra la centrale di Kursk.
Il Centro di Gestione Crisi di Rosatom ha rilevato un passaggio non autorizzato di un aereo che ha sorvolato gli edifici di questo impianto atomico.
“Il 27 aprile 2011, alle h.12.40, un velivolo bimotore ha sorvolato il territorio della centrale nucleare, chiuso al passaggio aereo. Dall’inchiesta aperta sull’incidente è emerso che l’areo aveva ricevuto un ordine di passaggio e portava a bordo una delegazione di persone straniere. Mentre era in volo, l’aereo avrebbe deviato la sua rotta originale e sarebbe quindi finito per sorvolare il territorio della centrale atomica. Un’inchiesta è comunque in corso”, dice il comunicato.
I reattori RBMK russi operano in impianti nucleari obsoleti. Sebbene dopo l’incidente di Chernobyl sono state apportate modifiche al loro progetto, questi funzionano ancora senza vasche di contenimento, che sono tra le caratteristiche principali dei sistemi di protezione dei reattori più recenti. Ma anche le centrali più nuove o quelle in costruzione, tuttavia, non sono adeguatamente protette contro la collisione con un aereo.
Fonte: Bellona.org, 2 maggio 2011; Traduzione: Progetto Humus
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