Darimar's Zone: sito divulgativo dedicato alla Zona di esclusione, all'incidente nucleare di Chernobyl e al videogioco S.T.A.L.K.E.R.

mercoledì 29 dicembre 2010

S.T.A.L.K.E.R. 2: quesiti dalla Spagna

Preso atto della forte carenza di informazioni relative a S.T.A.L.K.E.R. 2, il sito spagnolo PSN (rivista elettronica incentrata sulla PlayStation..., ndDarimar) ha contattato direttamente GSC Game World per sapere i motivi di questo silenzio che avvolge l'attesissimo sequel della nostra saga videoludica preferita.
L'azienda ucraina ha affermato che i primi materiali visionabili - non meglio specificati - saranno rilasciati entro la prima metà del 2011. Attualmente, S.T.A.L.K.E.R. 2 è infatti ancora in una fase molto precoce del proprio sviluppo, con lo staff concentrato sul completamento del nuovo motore grafico che andrà a sostituire il glorioso, ma ormai datato, X-Ray. Dal nuovo motore GSC sembra aspettarsi grandi cose, tanto da ipotizzare una resa grafica sul livello di blasonati titoli attesi nel 2011 quali Crysis 2, Rage o Killzone 3.

Fonte PSN, 26 dicembre 2010.

lunedì 27 dicembre 2010

Clear Sky Complete aggiornato e rilasciato alla versione 1.1.3

L'ormai celebre mod "Clear Sky Complete" è stato recentemente aggiornato alla versione 1.1.3. La serie "Complete", frutto del lavoro di uno studio professionale canadese specializzato in elaborazione artistica digitale, ha rivoluzionato la saga di S.T.A.L.K.E.R. nell'aprile del 2009 col mod "S.T.A.L.K.E.R. Complete 2009" per Shadow of Chernobyl: una grafica di nuova generazione, in grado di aggiornare il motore grafico X-Ray conferendogli tutti gli effetti grafici e ambientali che le DX 9 potessero realizzare, ottenendo una resa globale assolutamente impensabile per l'X-Ray quando S.T.A.L.K.E.R. fu rilasciato a marzo del 2007. Al primo capolavoro fece seguito, a circa un anno di distanza, un lavoro analogo effettuato sull'X-Ray 1.5, dedicato a "Clear Sky": stessa filosofia, stessa accuratezza artistica, stessa resa finale, stesso successo. L'impatto finale, soprattutto dal punto di vista estetico, fu decisamente minore rispetto al lavoro precedente, anche per via degli elevati standard qualitativi con cui GSC propose al pubblico la versione 1.5 dell'X-Ray: pesante e buggato, certo, ma un gran bel vedere per quanto riguardava impatto grafico ed effetti atmosferici. La resa grafica è stata comunque migliorata; il gioco reso più stabile, realistico e coerente; la miriade di bug affrontata e, per la maggior parte, risolta; introdotte ulteriori migliorie in grado di conferire al prodotto finale quel tocco di classe in più.
Oggi, il "Clear Sky Complete" è stato aggiornato alla versione 1.1.3, nonostante lo Studio Dolgov stia lavorando a pieno regime sull'ultimo capitolo della serie, il "Call of Pripyat Complete", di cui ci aspettiamo il rilascio ad aprile 2011 (sebbene non ci siano ancora state conferme o smentite il tal senso). Poche, ma sostanziali, le modifiche apportate dall'Autore:
  • Aggiunta l'estensione "a tutto schermo" per le ottiche di precisione dei fucili da cecchino (mutuata dal lavoro di Cromm Cruac)

  • Fixate le textures del cielo durante il crepuscolo

  • Sostituito il file audio dell'individuazione automatica col binocolo

  • Aggiornata la descrizione dell'equipaggiamento

  • I salvataggi della versione 1.1.2 sono compatibili al 100%

  • Aggiunto il Freeplay (mutuato dal lavoro di Ceano)
Soprattutto l'aggiornamento delle ottiche di precisione e l'aggiunta di un vero e proprio Freeplay potrebbero rappresentare un sostanziale valore aggiunto al realismo e all'immersione del già ottimo lavoro sfornato dallo Studio Dolgov. L'occasione, peraltro, giunge piuttosto gradita: per chi ha già spolpato fino all'osso "Call of Pripyat" e desidera rigiocare uno dei due capitoli precedenti, il "Clear Sky Complete" rappresenta la classica scusa per rituffarsi nel 2011 e condurre il Mercenario Sfregiato a una delle più estenuanti, feroci e impietose cacce all'uomo che la Zona ricordi!

CS Complete 1.1.3:

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  • venerdì 24 dicembre 2010

    Chi deve pagare per il nuovo sarcofago di Chernobyl?

    Il sarcofago di Chernobyl che copre il reattore distrutto si sta sgretolando. Anche se un consorzio europeo ha accettato di seppellire il sito in una nuova “cassaforte di metallo”, non è ancora chiaro esattamente da dove provverranno i finanziamenti. Mosca, da parte sua, sembra riluttante a pagare. Quando il reattore n.4 della centrale nucleare di Chernobyl esplose nel 1986, l’Ucraina era politicamente parte dell’Unione Sovietica. Ora è un paese indipendente ed i suoi legami com Mosca sono cambiati ed a volte sono stati tesi. Il reattore di Chernobyl, che è stato frettolosamente chiuso in una struttura in calcestruzzo, appena dopo il disastro, rimane un punto di contesa.
    Chernobyl è passata alla storia come il peggior incidente nucleare del mondo, e le sue rovine hanno ora bisogno di una nuova struttura protettiva, in quanto quella attuale rilascia perdite radioattive. Il progetto dovrebbe costare circa 2 milardi di Euro. Al momento devono ancora essere raccolti 740 milioni di Euro per il suo completamento. Alla Russia piace essere definita come il vero successore del vasto impero sovietico, ma finora la sua egemonia ha avuto poca influenza negli affari interni ucraini.
    ll nuovo sarcofago sarà simile ad un hangar lungo 150 metri, che scorrerà su rotaie sopra le rovine del reattore e lo metterà in sicurezza per circa un secolo. La copertura dovrebbe poi rendere possibile ai lavoratori lo smantellamento del reattore entro tale lasso di tempo.
    “Chernobyl non esisterà più”, ha detto come Yves-Thibault de Silguy, presidente della società francese Vinci, copartecipante del consorzio Novarka, vincitrice del contratto di costruzione del nuovo sarcofago.

    Perdite dalla vecchia protezione
    L’attuale sarcofago, sigillo di fabbricazione russa, ha iniziato ad avere perdite nel 1990 ed ora permette all’acqua piovana di penetrarvi al suo interno. Novarka vuole costruire una nuova protezione impermeabile per impedire all’acqua di raggiungere il nocciolo del reattore.
    Quando sarà terminato, forse entro il 2015, la volta dovrebbe diventare la più grande struttura mobile in tutto il mondo. I suoi costi sono però aumentati dal 2007, anno della firma del contratto. Originariamente, il budget iniziale era di 380 milioni di euro, ma si è gonfiato a causa dell’introduzione di nuovi requisiti di sicurezza più rigorosi.
    Il finanziamento del progetto è un piano comune dell’UE e dei paesi del G8. La Russia appartiene al secondo gruppo, ma finora ha promesso l’1% del costo finale – 23 milioni di euro. Circa la metà dei finanziamenti promessi proviene dai governi europei o da Bruxelles.
    Mosca si è dimostrata più generosa per altri settori dell’industria nucleare. Nel solo 2010, ha speso 1miliardo e 700 milioni di euro per la costruzione di nuove centrali atomiche. Circa 12 reattori sono in programma per essere costruiti in Russia entro il 2020.
    L’azienda di Stato Rosatom ha attualmente in progetto di costruire nuove centali nucleari in paesi vicini, in India ed in Cina.
    Il Cremlino, nel frattempo, paga agli ex liquidatori di Chernobyl, circa 50 € ciascuno al mese.

    Fonte: Spiegel Online, 24 dicembre 2010; Traduzione: Progetto Humus

    giovedì 23 dicembre 2010

    Un tribunale russo si pronuncia in materia di aiuti ai "veterani di Chernobyl"

    Un tribunale russo sostiene che il Paese debba risarcire gli ex soldati che soffrono i postumi delle operazioni di emergenza condotte all'epoca del disastro nucleare di Chernobyl.
    La Corte costituzionale russa ha esaminato gli emendamenti alla legge 1995 sulla protezione sociale dei cittadini che hanno subito le radiazioni dopo l'incidente di Chernobyl.
    Le modifiche, introdotte nel 2001, avevano cambiato i metodi di risarcimento, lasciando di fatto alcuni "veterani di Chernobyl" senza pagamenti supplementari introdotti dagli emendamenti, perché già fissati, a quel tempo, per pensioni di invalidità.
    "La compensazione [come percentuale dei salari piuttosto che un importo fisso] deve essere garantita non solo a quei cittadini che hanno presentato domanda prima che la nuova legge entrasse in vigore il 12 febbraio 2001, ma anche per coloro che hanno presentato domanda in seguito", ha affermato il giudice in una dichiarazione.
    Eventuali modifiche nelle leggi, non dovrebbero creare una violazione del principio costituzionale di uguaglianza dei diritti, ha detto la Corte.
    Si stima che circa 200.000 russi, in gran parte personale militare, abbiano partecipato alla pulizia della zona dopo il disastro di Chernobyl del 1986 e che molti di loro siano morti o siano stati colpiti da malattie varie a causa delle dosi eccessive di radiazioni ricevute mentre lavoravano presso il sito.

    Fonte: UPI.com, 20 dicembre 2010

    Video esclusivo, riportato da fonti russe e ucraine, sul presente e il futuro del brand S.T.A.L.K.E.R.


    Purtroppo non c'è localizzazione nè dispongo di particolari traduzioni o dettagli relativi ai contenuti qui riportati: le immagini, tuttavia, sono eloquenti. S.T.A.L.K.E.R. è un marchio che gode ormai di buona salute sul mercato e che ha trovato una propria collocazione a 360° fra videogioci, romanzi, serie TV, abiti e molti altri progetti pronti per essere realizzati e sviluppati. Il 2011 sarà l'anno dedicato allo sviluppo di S.T.A.L.K.E.R. 2, progetto al quale tutto lo staff GSC sembra stia lavorando a tempo pieno; la serie TV è attesa dopo il rilascio del videogioco, quindi non prima del 2012; altre informazioni ufficiali sono attese nel corso del prossimo anno.
    Tenete d'occhio questo spazio e le notizie fash sul Sito per restare aggiornati su ogni dettaglio!

    sabato 18 dicembre 2010

    Due passi a Chernobyl

    Potranno andarci tutti. Il governo ucraino conta infatti di terminare l’anno prossimo la costruzione del nuovo sarcofago e aprire ai turisti l’area del più grave incidente nella storia del nucleare civile.
    Già l’anno scorso Chernobyl si è aggiudicata il primo posto nella classifica di Forbes dei luoghi più esotici dove andare in vacanza. In realtà da una decina d’anni diversi operatori turistici, in collaborazione con l’agenzia statale Chernobyl Interinform, offrono visite guidate di un giorno sul luogo dell’incidente e nei dintorni. Dal 2011 ci sará spazio anche per i turisti fai da te. Di seguito un paio di reportage datati di chi a vedere reattore e città fantasma ci é già stato.

    I palloni da basket sono grandi come mele. Grigie e blu. Non é chiaro se siano così solo per il fatto che sono rimasti nella palestra di Pripyat per ventiquattro anni senza che nessuno li toccasse più o c’entri in qualche modo la radioattività. Maxim Krygin di Chernobylinterinform ci assicura che si tratta solo del tempo. Sarà. Ci fidiamo di lui. Siamo nella città fantasma a due km dal reattore numero quattro in cui si verificò l’incidente nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986. Era l’una, 23 minuti e 44 secondi e nella gigantesca esplosione venne liberata radioattività cento volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane su Hiroshima e Nagasaki nel 1945.

    Pripyat fu evacuata trentasei ore dopo: quarantacinquemila persone caricate di forza su centinaia di bus e via. Altre 130 mila dovettero lasciare le proprie case in un raggio di 30 km nei giorni successivi. Da allora qui non ci arriva più nessuno, se non qualche turista in cerca di forti emozioni.

    Chernobyl è ancora il simbolo di quanto può essere disastroso e tragico il nucleare, ma è anche il sinonimo di una nuova forma di turismo avventuroso ed estremo, non solo perché alla fine dello scorso anno Forbes l’ha messo in testa ai luoghi più esotici per trascorrere una vacanza. Da ormai quasi sette anni esistono operatori turistici che offrono una scampagnata dentro la zona proibita per poco più di cento dollari, tutto con la collaborazione dell’agenzia statale ucraina Chernobylinterinform che gestisce e regola tutto quello che succede nel perimetro a più alta contaminazione.

    Entro il limite dei dieci km, ci dicono, non ci si può fermare a lungo. Si scende dalla macchina o dal pullman, un paio di foto ricordo davanti all’inquietante sarcofago e un giro nella spettrale Pripyat. Con l’accorgimento di scuotersi bene le scarpe quando si risale, perché – raccomanda sempre il ligio Krigyn – non è opportuno riportarsi a casa un po’ di terriccio radioattivo.

    La realtà è che oggi in Ucraina i km2 di suolo ancora contaminati sono oltre cinquantamila e in queste zone, a nord della capitale Kiev e al confine con la Bielorussia, ci vivono oltre due milioni di persone. Non si tratta quindi solo delle tremila che ogni giorno lavorano all’interno dell’area dei trenta km e alla sera se ne ritornano obbligatoriamente al di fuori della zona o dei settemila turisti d’assalto che solo nel 2009 hanno provato il brivido del bizzarro tour a Chernobyl. Intere regioni ucraine convivono con un livello radioattivo al di sopra della norma.

    E lo stesso dicasi per la Russia e ovviamente per la Bielorussia, dove il 23 per cento del territorio (una superficie pari a quella della Svizzera) è contaminato e lo rimarrà per non si sa quanti decenni. Cosa che non ha impedito al presidente Alexander Lukashenko di annunciare oltre un anno fa la costruzione di ben due centrali, le prime nel Paese. In Russia ovviamente di centrali ce ne sono attive già trentuno, più cinque nuove in programma e in Ucraina ne funzionano ora quindici, tre arriveranno.

    Il nuovo capo di stato Victor Yanukovich, che è saltato sulla barca russa per non far annegare il paese nei debiti del gas e due settimane fa ha portato in dono a Obama la promessa di eliminare le scorte di uranio arricchito, è convinto che il nucleare appartiene in ogni caso al futuro. Nel giorno dell’anniversario di Chernobyl ha dichiarato che proprio per il fatto che „l’Ucraina ha conosciuto e capito per prima i pericoli dell’uso civile del nucleare, ha rinunciato volontariamente all’uso delle armi atomiche“. Il riferimento ovviamente agli accordi di disarmo che con la dissoluzione dell’Urss nel 1991 fecero dell’Ucraina un paese senza arsenali.

    Ma sul civile Kiev va avanti, non si preoccupa troppo del tragico passato e guarda sempre più a Mosca per quanto riguarda la cooperazione nel settore. Il Cremlino ha intenzione di finanziare completamente la costruzione di due nuovi blocchi nell’impianto di Khmelnitsky per circa cinque miliardi di dollari, almeno da quanto emerso dopo il recente incontro tra il primo ministro ucraino Mykola Azarov e Vladimir Putin.

    Il premier russo – che durante il suo vorticoso tour degli ultimi tre giorni è passato prima da Vienna per la firma austriaca su Southstream, poi da Villa Gernetto per la tendere la mano a Berlusconi proprio sul nucleare e infine nella capitale ucraina – non ha perso l’occasione per mostrare ovunque quanto sia fondamentale la cooperazione energetica nell’agenda di Mosca sia che si tratti di gas o di atomo.

    In Ucraina, però, non tutti sono d’accordo con l’ottimismo del partner preferito da Yanukovich. Non tanto a livello politico, quanto tra la gente. L’ultima inchiesta dell’Istituto Gorshenin ha segnalato che oltre l’80 per cento della popolazione ritiene la centrale di Chernobyl ancora pericolosa e teme il verificarsi di nuovi incidenti, al contrario di quello che ripetono naturalmente tutti gli esperti.

    Anche quelli di Chernobylinterinform, che con il sorriso sulle labbra accompagnano i turisti arditi – qualcuno pensa incoscienti – tra i fantasmi di quasi un quarto di secolo fa. Certo è che passare da queste parti, vedere i villaggi abbandonati intorno al reattore, i libri accatastati negli armadi della scuola ingrigita di Pripyat, le ciabatte spaiate nella vecchia piscina, i biglietti stropicciati del cinema che svolazzano portati da chissà dove da un’aria che verrebbe quasi in mente di non respirare, fanno comprendere meglio le percentuali bulgare (ucraine) di certi sondaggi, al di là delle parole rassicuranti degli addetti ai lavori.

    Pubblicato su Il Riformista - Fonte: East Side Report, 17 dicembre 2010

    mercoledì 15 dicembre 2010

    Ucraina: celebrata la “giornata dei liquidatori di Chernobyl”

    L’Ucraina ha reso omaggio alle vittime della catastrofe di Chernobyl, 24 anni dopo il peggior incidente nucleare della storia.
    Il presidente Viktor Yanukovich e alti funzionari di Stato hanno deposto fiori ed acceso una candela al memoriale per le vittime a Kiev, ed osservato un minuto di silenzio.
    In Ucraina, il 14 dicembre è stato nominato “giorno dei liquidatori”, in onore di coloro che furono incaricati di gestire ed affrontare le conseguenze dell’incidente sul sito del disatro di Chernobyl.
    Non ci sono cifre esatte di quanti furono i liquidatori, la maggior parte di questi proveniva da paesi come Ucraina, Russia e Bielorussia.
    Sergei Krasilnikov è stata una delle centinaia di persone inviate a ripulire il luogo dell’incidente e la zona circostante. Si lamenta di ciò che chiama mancanza, da parte del governo, di attenzioni alle esigenze degli ex liquidatori: “Il governo non ci supporta. Per ottenere i compensi che ci spettano dobbiamo ricorrere a via legali. Non è ridicolo?”
    L’Ucraina spende circa il cinque per cento del suo bilancio annuale per le prestazioni dovute ai liquidatori di Chernobyl. Aleksandr Vovka ha ricevuto, durante le operazioni di liquidazione, una dose di radiazione cinque volte superiore al limite massimo annuale. Egli riceve sussidi statali speciali, per l’alloggio, l’uso gratuito di mezzi pubblici ed un assegno mensile. “Ufficialmente dovrei ricevere 640 dollari al mese… l’ultima volta ne ho ricevuti solo 190...”, dice.
    Il tasso di tumori tra questa gente è circa quattro volte più elevato che nel resto della popolazione. I benefici sanitari che spettano ai liquidatori includono principalmente l’accesso gratuito ai medicinali, ai sanatori ed alle case di cura.
    “Sono andato lì poche volte, ma ora sono troppo malato per essere riabilitato. L’ultima volta ho ricevuto 20 dollari di sussidio statale per recarmi in un luogo di cura”, dice il liquidatore Alexander Vovka.
    In Ucraina, sono solo più di 2 milioni le persone ufficialmente designate come “vittime dell’incidente di Chernobyl”. Tuttavia, quasi un quarto di secolo dopo, queste vivono con quello che chiamano un “supporto irrisorio” da parte dello Stato.

    Fonte: presstv.ir, 15 dicembre 2010; Traduzione: Progetto Humus

    Ucraina, commemorati i liquidatori di Chernobyl. E preoccupa una ex miniera radioattiva

    Se la zona di Chernobyl viene considerata dalle autorità ucraine ormai quasi come un’attrazione turistica priva di pericoli, dal sud del Paese, da un villaggio vicino a Dnipropetrovsk, arriva un allarme radioattivo che preoccupa non solo i movimenti ecologisti che hanno portato all’attenzione dei media la questione. Nei pressi di una vecchia miniera di uranio nel villaggio di Dovhyvka, chiusa 27 anni fa, le radiazioni sarebbero superiori di 4-5 volte a quelle che si registrano oggi nell’ex centrale nucleare teatro nel 1986 del più grave incidente di tutti i tempi.
    Secondo Oleksiy Vedmidsky, leader del gruppo verde che ha denunciato il fatto al quotidiano Segodnya, sette milioni di tonnellate di materiale radioattivo sono ancora custodite nel sito abbandonato e si tratterebbe di una vera e propria “seconda Chernobyl”, con pericoli estremi per gli abitanti di tutta la zona. Serhiy Milyutyn, portavoce dell’amministrazione regionale di Dnimpropetrovsk, centro industriale a circa 400 km dalla capitale Kiev, ha già affermato che l’allarme è infondato e che le misurazioni degli ecologisti sono errate, ma intanto la procura ha disposto ieri provvedimenti per limitare l’accesso nella zona.Il territorio in questione è limitato, circa 500 metri quadrati, ma nelle vicinanze vivono circa 5000 persone ignare del presunto pericolo.
    Per il rappresentante della Fondazione ecologica internazionale Alexei Vedmidsky le radiazioni superano i 2500 micro-roengten per ora, quando la norma sarebbe di 30. Nella regione di Chernobyl se ne misurano 500-600. L’area dove sorge la miniera, attiva dal 1953 al 1984, è stata ufficialmente decontaminata, l’ufficio del procuratore regionale ha però avviato nuovi accertamenti per verificare eventuali inadempimenti.
    Il presidente ucraino Victor Yanukovich intanto oggi ha commemorato oggi la giornata dei liquidatori, dedicata a tutti gli operatori che nel periodo successivo alla catastrofe di Chernobyl hanno lavorato alla decontaminazione della zona e alla costruzione del sarcofago per ricoprire la centrale nucleare esplosa il 26 aprile del 1986. Il 14 dicembre dello stesso anno fu completata la costruzione del mantello protettivo. Circa 600 mila persone, tra militari e civili, furono i liquidatori provenenti non solo da Ucraina, ma anche da Russia e Bielorussia, repubbliche che all’epoca dell’incidente facevano parte dell’Unione Sovietica, impegnati nei lavori.
    Entro il prossimo anno, in cui si celebra il 25esimo anniversario della catastrofe, sarà terminata la costruzione del nuovo sarcofago e il governo di Kiev ha annunciato proprio ieri di voler aprire a tutti i turisti l’area del più grave incidente nella storia del nucleare civile. Anche ora gruppi organizzati possono ottenere il permesso di entrare nella zona proibita, quella entro i 30 km dal reattore numero 4, ma dal 2011 anche i turisti fai da te avranno la possibilità di arrivare senza troppi ostacoli alla città fantasma.

    Fonte: Ecquo, 15 dicembre 2010

    "The Duel" - Nuovo progetto per un cortometraggio amatoriale ispirato a S.T.A.L.K.E.R.

    Lo stalker Tassadarth ha rinvenuto sul Web alcune interessanti e talentuose tavole realizzate da Roman "Robin" Surzhenko in seguito al contest organizzato da GSC Game World lo scorso anno sui fumetti ispirati al mondo di S.T.A.L.K.E.R. e della Zona nella fiction del videogioco.
    Contattato l'autore e ottenuto il consenso al trattamento del materiale, Tassadarth ha provveduto a tradurre in inglese i testi e a mettere le tavole a disposizione della community (le trovate anche su D.Z. nell'area Comics, con un link ad altri lavori eseguiti da Tassardarth stesso). La pubblicazione del fumetto "The Duel" è volutamente lenta, non solo per mantenere alto l'interesse da parte degli appassionati che ne stanno seguendo la trama e che attendono con ansia il grande finale ma anche perchè è fin da subito nato, parallelamente, un secondo progetto addirittura più ambizioso. Affianco alle tavole, Tassadarth ha infatti deciso di produrre un corto, ispirato al mondo di S.T.A.L.K.E.R. e, in particolare, proprio all'intreccio de "The Duel". In un'intervista esclusiva rilasciata di recente a D.Z. Tassadarth ha spiegato come, attualmente, il lavoro sia in fase di pre-produzione - il copione è completo ed è stato eseguito lo spoglio provvisorio della sceneggiatura - ma lo sviluppo proceda a rilento a causa del poco tempo a disposizione. Ciononostante, il rilascio del corto è previsto per i primi mesi del 2011 e la community è tenuta aggiornata con costanza sulla progressione dei lavori: il progetto dispone infatti ora di una pagina ufficiale su Facebook e del pieno supporto della Darimar's Zone per rendere pubblici nuovi dettagli e informazioni non appena disponibili.
    Non ci resta che augurare a Tassadarth un buon lavoro, in attesa di qualche succosa novità!

    lunedì 13 dicembre 2010

    Chernobyl per turisti? Si spera, per non dimenticare..

    Alla vigilia del decennale dello spegnimento dell'ultimo reattore della centrale di Chernobyl, avvenuto il 15 dicembre 2000, è stata annunciata il ministro delle Emergenze ucraino, Viktor Baloga, l'intenzione di rendere il sito visitabile, attraverso spedizioni turistiche ristrette e abbastanza costose. Si potrà così guardare da vicino il responsabile del disastro che nel 1986, grazie alla fuoriuscita di materiale radioattivo più imponente che la storia civile ricordi, causò la morte certa di quattromila persone e un inquantificabile numero di decessi e malattie a causa dei danni ambientali estesi a Ucraina, Bielorussia, Russia, ma anche molto oltre i loro confini.
    Quale sia lo spirito con cui tali visite verranno organizzate, il fatto che si parli ancora una volta di Chernobyl, specie di questi tempi in cui i nostri governanti cercano di rifilarci il nucleare, è importante. Per avere presente la questione, e non dimenticare...

    Fonte: Il Respiro, 13 dicembre 2010

    Chernobyl, 10 anni fa si spegneva centrale

    MOSCA - Dieci anni fa, era il 15 dicembre del 2000, si scriveva almeno tecnicamente la parola 'the end' sulla vicenda della centrale atomica ucraina di Cernobyl, il più grande disastro nucleare della storia che - secondo i numeri ufficiali - ha ucciso direttamente 65 persone e causato la morte, per patologie correlate, di almeno 4 mila abitanti delle zone circostanti, in base alle stime dell'Oms e dell'Agenzia Nucleare internazionale. Ma che potrebbe aver fatto un numero terrificante e ben superiore di vittime: fino a mezzo milione sarebbero infatti i morti ricollegabili negli anni a quella tragedia, secondo studi pubblicati negli anni scorsi da esperti e associazioni che si occupano della vicenda. Un disastro che - secondo alcuni esperti - potrà essere definitivamente 'cancellato', in termini di conseguenze, solo tra mezzo secolo, nel 2065. Il terzo reattore del 'mostro', l'unico che era rimasto ancora in funzione da quel 26 aprile del 1986, quando il mondo registrò la più grave sciagura nucleare civile della storia, é stato 'spento' dieci anni fa. In una cerimonia solenne per rendere omaggio alle vittime "e per il bene ed il futuro dei vivì", aveva detto in quell'occasione l'allora presidente Ucraino Leonid Kuchma, fermando con quello 'switch off' la centrale nucleare più tristemente celebre al mondo. E mentre mercoledì si celebreranno i dieci anni dallo spengimento, l'Ucraina l'anno prossimo prevede di aprire le porte dell'impianto al turismo di massa (le visite finora erano riservate solo a determinati gruppi autorizzati dal governo a 'tariffe' che andavano dai 200 ai 400 dollari). Lo ha annunciato proprio oggi il ministro per le Emergenze di Kiev, Viktor Baloga, spiegando che entro fine anno dovrebbero essere completate le procedure.

    E dal gennaio prossimo partire i 'tour' per i turisti nel luogo della tragedia. Tragedia che vide quella notte (l'orologio segnava l'una, 23 minuti e 44 secondi) del 26 aprile 1986 il quarto reattore dell'impianto esplodere nel corso di un test sul funzionamento della turbina nel caso di black out elettrico. In quel momento, all'interno del reattore di Chernobyl - nella regione ucraina al confine con la Bielorussia, all'epoca però l'intera regione era parte dell'Urss - c'erano circa 200 tonnellate di uranio e, secondo gli esperti, circa il 50% di iodio e il 30% di cesio fuoriuscirono, disperdendosi nell'atmosfera e provocando una nube radioattiva che si diresse verso l'Europa occidentale. Solo il giorno successivo, 36 ore dopo l'incidente, furono evacuati i 45mila abitanti della zona e nei giorni dopo altre 130mila persone in un raggio di 30 km dovettero lasciare le proprie case.

    Nei primi dieci giorni successivi alla catastrofe, oltre 30 elicotteri militari tentarono di tamponare la fuga radioattiva, versando oltre 1800 tonnellate di sabbia e 2400 di piombo sul reattore. Solo 11 giorni dopo la tragedia, era il 6 maggio dell'86, la situazione fu definita 'sotto controllo'. I morti furono prima tre, poi una decina, infine 65. Ma si trattò di un conto destinato a salire esponenzialmente. E che ancora oggi non si è fermato: nella zona non solo continuano a nascere bambini con gravi malformazioni, ma resta anche allarmante il numero di casi di tumori e altre patologie gravi. Intorno alla centrale si continua intanto a lavorare: sono infatti in corso i lavori per la realizzazione di un nuovo 'sarcofago', destinato a sostituire quello ormai 'vecchio' che incapsula i resti del reattore numero 4. E i lavori dovrebbero essere completati entro il 2015, ha detto oggi Baloga.

    Fonte: Ansa.it, 12 dicembre 2010.

    sabato 11 dicembre 2010

    Il Ministro dell’Ambiente tedesco rifiuta definitivamente di inviare le scorie radioattive a Mayak

    Il Ministro dell’ambiente tedesco Norbert Rottgen ha annunciato che il carico di rifiuti radioattivi, destinato ad essere spedito dall’impianto di stoccaggio di Ahaus all’impianto di trasformazione russo di Mayak nella regione di Chelyabinsk, non verrà trasferito. Ad annunciarlo il gruppo ambientalista russo Ecodefense.
    Le grandi proteste da parte del governo tedesco e la schiacciante opposizione da parte degli ambientalisti avevano messo in serio dubbio la possibilità che il carico avrebbe potuto lasciare il paese, ma l’annuncio di Rottgen ha completamente siglato la conclusione della vicenda.
    Nella sua dichiarazione, il ministro ha detto che la ragione principale del blocco della spedizione è che l’impianto di ritrattamento di Mayak non è in grado di gestire gli elementi di combustibile nucleare esaurito provenienti dal reattore di ricerca Rossendolf nella regione della Sassonia.

    Una falla nei lavori del Global Threat Reduction Initiative

    Il rifiuto di spedire le scorie radioattive arriva dopo le dichiarazioni, presentate il mese scorso, del governatore della regione di Chelyabinsk, Mikhail Yurevich, che ha definito Mayak come un sito “assolutamente sicuro”.
    Il tutto rappresenta il primo colpo inferto da un paese coinvolto nel “Global Threat Reduction Initiative”, tra americani e russi, e conferma che la Russia semplicemente non è in grado di gestire in sicurezza scorie e combustibile nucleare esaurito.
    Il Global Threat Reduction Initiative è stato concepito nel 2004 tra gli USA, la Russia e l’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica con lo scopo di creare un sistema di “rimpatrio” del combustibile nucleare di uranio altamente arricchito, di origine russa, dai reattori di ricerca di tutto il mondo.
    Circa 17 paesi, tra cui Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria e Vietnam sono così riuscite a spedire combustibile esaurito verso la Russia. Ma molti scienziati russi e americani ed ambientalisti erano scettici sul fatto che il trasporto del materiale fosse sicuro ed ecologicamente sostenibile.
    Adesso, la Germania sembra aver emesso il suo verdetto definitivo sulla spedizione ulteriore combustibile nucleare in Russia.
    Ecodefense, che ha condotto numerose azioni di protesta contro l’invio del combustibile tedesco in Russia, ha salutato calorosamente la decisione di Rottgen, in un comunicato:
    “Accogliamo con favore la decisione del ministro di non inviare i rifiuti radioattivi in Russia. Dopo molte decisioni sbagliate… ecco una giusta! Rottgen ha finalmente detto quello che sarebbe dovuto esser detto per lungo tempo. Mayak è un impianto estremamente pericoloso ed inaffidabile con il quale non vale la pena collaborare. Ora qualsiasi paese pensi di inviare scorie nucleari in Russia commetterà il crimine di liberarsi di rifiuti tossici a spese di un altro paese, quello che la Germania si è rifiutata di fare per ragioni etiche”, ha detto il copresidente di Ecodefense Vladimir Slivyak.

    Mayak, il luogo più contaminato del pianeta

    Secondo gli ambientalisti russi, il territorio circostante l’impianto di Mayak costituisce l’area con più contaminazione radioattiva sulla terra. Nel 1957, una vasca di stoccaggio dei rifiuti, a Mayak, esplose in quello che venne chiamato il disastro di Kymshtym, irradiando il terreno per diverse centinaia di chilometri quadrati e constrinse all’evacuazione di migliaia di residenti. Le procedure di evacuazione sono ancora in corso, 63 anni dopo. Mayak continua a scaricare rifiuti radioattivi nell’ambiente circostante, in particolare nel fiume Techa e nel lago Karachai. Nel mese di novembre, la direzione del sito ha annunciato di voler continuarre a scaricare le scorie nei bacini idrici fino al 2018. La Germania aveva previsto di consegnare 951 barre di combustibile esaurito in 18 container a Mayak, dal suo impianto di stoccaggio temporaneo di Ahaus, fino ad aprile 2011.
    Per tutto novembre, la Germina è stata luogo di accese discussioni durante le quali i gruppi ecologisti e praticamente tutti i partiti politici, con l’eccezione dell’Unione Cristiano-Democratica, si sono espressi contro questa spedizione sulla base dei dubbi livelli di sicurezza a Mayak.
    Circa 160 organizzazioni di tutto il mondo hanno poi promosso un appello al governo tedesco, chiedendo di rifiutarsi di inviare in Russia i rifiuti radioattivi.

    Fonte: www.bellona.org, 9 dicembre 2010; Traduzione: Progetto Humus

    venerdì 10 dicembre 2010

    Stalker-Zone.info: nuova intervista a Oleg Yavorski (seconda parte)

    Ecco i risultati della seconda e ultima parte dell'intervista che Stalker-Zone.info ha rivolto a Oleg Yavorski, PR-manager di GSC Game World. Le notizie emerse riguardano quasi tutte la serie TV ufficiale basata su S.T.A.L.K.E.R. mentre sul secondo capitolo della saga videoludica non è stato aggiunto altro rispetto a quanto detto nella prima parte dell'intervista stessa.
    Sebbene la serie TV sia intrinseca al mondo di S.T.A.L.K.E.R. così come è stato vissuto e raccontato col videogioco, la trama narrata attraverso gli episodi sarà originale e completamente diversa, anche se potrebbe attingere a contenuti inclusi nei vari romanzi fino a oggi pubblicati. Ciononostante, saranno presenti alcuni personaggi di S.T.A.L.K.E.R. 2 (che, secondo i piani di GSC, verrà rilasciato prima della serie TV). La serie TV comprenderà 12 episodi e sarà inizialmente limitata a una sola stagione: a seconda degli indici di ascolto e del gradimento del pubblico, GSC valuterà come procedere in seguito. Oleg ha sottolineato come GSC creda nel successo del progetto.
    Ah, una nota interessante riguarda i progetti futuri che coinvolgono il brand S.T.A.L.K.E.R. e che potrebbero comprendere una serie di fumetti e un gioco da tavolo ufficiale.

    mercoledì 8 dicembre 2010

    Stalker-Zone.info: nuova intervista a Oleg Yavorski

    In una nuova intervista pubblicata su Stalker-Zone.info, Oleg Yavorski, PR-manager di GSC, ha fornito alcuni piccoli ma interessanti dettagli relativi a S.T.A.L.K.E.R. 2.
    Anzitutto, essendo un vero e proprio sequel, il nuovo capitolo sarà ambientato in un futuro prossimo rispetto alla prima trilogia e Oleg ha accennato al 2015, confermando anche che l'ambientazione sarà ancora la Zona come l'abbiamo vissuta in Shadow of Chernobyl, Clear Sky e Call of Pripyat. La trama sarà collegata, in qualche modo, alle avventure vissute fin'ora, quindi, personalmente, mi aspetto più di un richiamo alle figure di Alex e Strelok (e magari anche alle gesta del Mercenario sfregiato!).
    I primi screenshots di S.T.A.L.K.E.R. 2 verranno pubblicati il prossimo anno. Interrogato su quale aspetto verrà maggiormente curato nel nuovo capitolo (es.: fisica, grafica, eccetera), Oleg ha risposto che, a parer suo, l'aspetto più importante è il gameplay, l'"azione di gioco", perchè, se non risulta divertente, non c'è grafica che regga per salvare la qualità del gioco.
    GSC ha in programma di effettuare ancora un paio di concorsi dedicati alla community in modo che tutti possano esprimere le proprie idee e i propri pareri sui diversi contenuti che saranno presenti in S.T.A.L.K.E.R. 2.
    Parte dell'intervista ha avuto come argomento la serie TV ufficiale: Oleg ha confermato come GSC stia partecipando attivamente alla realizzazione della serie controllando che le caratteristiche peculiari del videogioco e l'atmosfera di esso siano trasposte e rese al meglio nelle riprese.
    Quella pubblicata su Stalker-Zone.info è la prima parte dell'intervista che ha coinvolto Oleg: a breve è attesa la seconda e conclusiva parte, nella speranza che emerga qualche altra informazione su S.T.A.L.K.E.R. 2!

    sabato 4 dicembre 2010

    Una “seconda Chernobyl” scoperta in Ucraina

    Un gruppo di ambientalisti indipendenti ha scoperto una zona, nella regione di Dnepropetrovsk in Ucraina, dove il livello di radioattività è superiore a quello di Chernobyl. Lo ha riportato, ieri, il giornale Segodnya.
    Le autorità locali hanno però respinto la relazione, dicendo che le apparecchiature usate dagli ecologisti non sono certificate in Ucraina.
    “La miniera abbandonata di uranio, situata nel villaggio di Dovhyvka, rappresenta un grande pericolo per le persone e l’ambiente. Il mio rilevatore ha rilevato 2611 micro Roentgen l’ora. Il livello di esposizione normale è di 30 micro Roentgen / ora. Nella zona vicino al reattore di Chernobyl l’esposizione è di 500-600 micro Roentgen / ora. Queste radiazioni non uccidono le persone in una volta sola, dipende tutto dal tempo di esposizione, ma in quella zona non c’è nessun segnale di pericolo”, ha detto Oleksiy Vedmidsky, presidente del gruppo ambientalista locale.
    “Secondo le nostre informazioni in quel sito sono sepolte, in stato di abbandono, 7 milioni di tonnellate di materiale pericoloso”, dice l’ecologo Yuriy Babyinin.
    Gli abitanti locali fanno pascolare gli animail anche in quella zona.
    “Sappiamo che c’era una miniera qui una volta, ma non sappiamo esattamente di che cosa si trattava. Quando la miniera è stata chiusa diversi lavoratori hanno ricevuto nuovi appartamenti in un’altra città, e quelli che sono rimasti evitano di parlare del loro lavoro”, dice un locale.
    “Le persone che stanno diffondendo l’allarme utilizzano un rilevatore di particelle non certificato in Ucraina”, dichiara Serhiy Milyutyn, portavoce dell’amministrazione regionale.
    Vedmidsky dice di aver usato un contatore Geiger prodotto da una ditta affidabile degli Stati Uniti ed ha sottolineato di credere nelle sue rilevazioni.
    "I contatori utilizzati dal governo indicano un solo tipo di radiazione, mentre quella da utilizzata rileva raggi alfa, beta e gamma", ha detto.

    Fonte: en.rian.ru, 4 dicembre 2010; Traduzione: Progetto Humus

    giovedì 2 dicembre 2010

    S.T.A.L.K.E.R. - Calendario di dicembre

    Nuovo calendario mensile, sempre più carismatico e inquietante:



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